Marco Giallini, neo 55enne, torna al cinema e lo fa con un film di Daniele Luchetti dal titolo “Io sono Tempesta”, che prende spunto da una vicenda accaduta a Silvio Berlusconi qualche anno fa. In una surreale conversazione con Marilena Vinci per Io Donna, Giallini ha parlato del suo nuovo ruolo, quello di un furbo affarista senza scrupoli, Numa Tempesta, che il regista sembra proprio avergli cucito addosso. “Ma io mi vedo sempre uguale. Come De Niro, è un grande lo vedo sempre bravo ma sempre uguale”, commenta l’attore romano, pur definendosi, ironicamente, superiore al collega statunitense. Giallini ha espresso un ottimo parere su Luchetti e sul suo modo di lavorare, definendolo differente rispetto a quello degli altri registi: “molto preciso, non va avanti finché non trova quello che gli piace, vuole raggiungere la perfezione. Mi ha costretto a liberarmi di molti miei difetti per renderlo al meglio”, dice, spiegando di aver reso la sua performance “molto meno da one man show”. Il suo personaggio non lo definisce affatto “berlusconiano” ma semplicemente “uno come tanti con molti soldi”. Pensando a Numa, Giallini sente l’esigenza di dissociarsi dal suo essere puramente mascalzone, ma allo stesso tempo lo diverte quel suo essere “guascone, accentratore, un uomo dalla personalità molto forte che gli altri ascoltano quando parla”. Numa è tutto sommato un anaffettivo, ma allo stesso tempo una persona che ha sofferto per le mancanze di affetto del padre. Al tempo stesso l’attore apprezza la sua intelligenza e la fragilità, ben celate da una certa aggressività dalla quale però trapela ugualmente il suo lato malinconico e solitario. Non c’è dubbio che Marco si sia affezionato al suo personaggio: “Credo che sia uno dei ruoli più belli e intensi della mia carriera”, dice, merito anche dei suoi compagni di set, Elio Germano e Valerio Mastandrea.
LA POLITICA ED IL RAPPORTO PADRI/GENITORI
“Io sono Tempesta”, il nuovo film che vede protagonista Marco Giallini, ha come obiettivo quello di raccontare le disuguaglianze sociali ma senza retorica. Alla domanda sul legame esistente tra retorica e politica, però, nel corso dell’intervista a Io Donna l’attore ha manifestato una certa ritrosia. “La politica dovrebbe essere una cosa seria ma non lo è. Non mi piace parlarne. Non c’è un partito con cui mi sento in sintonia, anche se alle ultime elezioni ho votato dopo 30 anni di astensionismo. Purtroppo è stato inutile”, dice, trascinandosi dietro un accenno di polemica e stizza. Altro argomento trattato in modo centrale nella pellicola è il rapporto tra padri e figli. Giallini non è certo su chi, tra i genitori e la società sia in grado di lasciare un maggiore imprinting sui ragazzi, anche alla luce del rapporto molto riservato che lo stesso aveva con suo padre. Di contro, sa bene quale valore vorrebbe invece trasmettere ai suoi figli oggi adolescenti: “La bontà d’animo, il fatto di non fare mai del male a nessuno (se non gliene fanno)”, dice.