Il prossimo 18 aprile si concluderà il caso Marco Vannini, grazie alla sentenza che rivelerà quale sarà il destino della famiglia Ciontoli. Nei giorni scorsi il pm Alessandra D’Amore ha richiesto 21 anni di carcere per Antonio Ciontoli, 14 per la moglie e per i due figli e solo due per Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli. Alcuni elementi, come l’assenza di macchie di sangue sui vestiti che indossava quella tragica sera, fanno pensare infatti che abbia avuto un ruolo marginale nella vicenda. Quarto Grado affronterà nella puntata di questa sera, venerdì 6 aprile 2018, gli ultimi sviluppi sul caso di Marco Vannini. Sono ancora tanti i misteri sulla morte del 21enne di Ladispoli, che ha perso la vita in modo inspiegabile quella sera di maggio di tre anni fa. La difesa dei Ciontoli intanto punta il dito solo sul padre di famiglia: sarebbe stato Antonio Ciontoli, secondo i legali, l’unico responsabile del reato. L’avvocato Franco Coppi che assiste invece la famiglia Vannini, riferisce Baraonda News, ha sottolineato durante l’ultima udienza come la verità non sia ancora emersa.
Antonio Ciontoli è l’unico responsabile della morte di Marco?
Antonio Ciontoli è l’unico colpevole della morte di Marco Vannini? A sostenerlo è la difesa della famiglia Ciontoli, che ha evidenziato come la moglie e i due figli avrebbero solo agito in base a sue precise istruzioni. Sarebbe quindi diversa la posizione di Maria Pezzillo, Federico e Martina Ciontoli, un ruolo secondario se visto alla luce di chi ha sparato contro il giovane di Ladispoli. Una versione che l’accusa non accetta e che vede nell’intera famiglia Ciontoli un intreccio di accordi e taciti consensi, come la prima telefonata che viene fatta ai soccorsi la notte dello sparo. È il 18 maggio del 2015 e Marco Vannini è stato ferito da tempo: secondo gli atti, alle 23.41 è Maria Pezzillo a informare il 118 che non occorre più alcun intervento. Nel corso degli anni, il caso di Marco Vannini è stato analizzato sotto ogni punto di vista, soprattutto alla luce delle diverse versioni date ai soccorsi. Si sarebbe potuto salvare? È questa la domanda che ha impegnato a lungo consulenti e specialisti e sembra che tutto ruoti su pochi elementi, come la telefonata fatta da Antonio Ciontoli alle 24.06, la seconda dal momento dello sparo. In quel momento infatti, sottolinea Il Tempo, l’uomo riferisce che Marco si è ferito cadendo dalla vasca e che un pettine gli avrebbe fatto un buco su un fianco. Una versione che si unisce a quella del figlio Federico, che al telefono con i soccorsi non parla in modo chiaro del fatto che Marco stia male e ormai in fin di vita.