Pare esserci un notevole squilibrio tra i costi ed i ricavi di Che tempo che fa. Ecco perchè, l’autorità anti-corruzione ha chiesto di verificare il cachet di Fabio Fazio, conduttore del programma che da Rai3 è passato nella prima serata della rete ammiraglia di Casa Rai. Così come annunciato qualche giorno addietro, l’Anac ha chiesto alla Corte dei Conti di verificare il compenso del presentatore, giudicato troppo alto rispetto al ritorno economico garantito dalla trasmissione. Secondo l’Autorità Nazionale Anti-Corruzione presieduta da Raffaele Cantone, esistono “sussistenti possibili rischi di non conseguire l’equilibrio costi-ricavi previsto dalla Rai per la realizzazione del programma”. Il contratto firmato il 23 giugno del 2016 potrebbe risultare: “non conforme al codice dei contratti”. Anche perchè questa intesa sarebbe stata stipulata prima che: “la società di produzione del format televisivo, con cui è stato stipulato il contratto definitivo, venisse addirittura costituita”. In sintesi, e per essere notevolmente più chiari, così come riporta Paolo Giordano per “Il Giornale”: “Per capirci, da queste parole si potrebbe dedurre che il compenso per Fazio sia stato deciso prima ancora che fosse creata la società contraente”. Secondo quanto si apprende, il compenso del buon Fazio sarebbe attorno ai 2.2 milioni di euro all’anno, circa quattrocentomila in più rispetto al contratto precedente. Il presidente della Rai, Monica Maggioni, all’epoca dei fatti aveva commentato: “Lo sforzo fatto per non perdere il valore e la capacità di racconto di Fabio Fazio è direttamente connesso alla volontà di garantire un futuro all’azienda tenendola ancorata al mercato”. L’Anac continua ad essere perplesso: “qualche perplessità anche dall’esame del contratto sotto il diverso e sostanziale profilo della valutazione della sua economicità”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



I CONTI NON TORNANO…

“Equilibrio tra costi e ricavi discutibile”. La Rai ha sbagliato a sottoscrivere un contratto quadriennale con Fabio Fazio, sembra ormai certo che i conti non tornano e che le stesse trasmissioni del conduttore possano presto finire a rischio. Le edizioni in corso sono ormai agli sgoccioli e il pubblico assiste a bocca aperta a quello che sta succedendo mentre l’Anac continua le sue indagini. Secondo Il Fatto le cose che non tornano sono molte e non riguardano solo la durata e il “costo” di questo contratto ma anche quello che può essere l’equilibrio tra costi e ricavi che sicuramente non può essere stabile e non può essere certo. A questo si somma il fatto che anche la sottoscrizione del contratto è avvenuta in maniera anomala visto che Fazio avrebbe firmato come socio di una persona giuridica che non esisteva ancora nel momento della stipula. In particolare, Il Fatto sottolinea: “circostanza ancor più anomala è che il contratto sia stato sottoscritto da una persona fisica che ha assunto il ruolo di garante in qualità di socio di persona giuridica non ancora costituita al momento della stipula del preliminare“. Come andrà a finire questa storia? I programmi di Fazio sono davvero a rischio o si dovranno rivedere le condizioni che lo hanno portato su Rai1? (Hedda Hopper)



NUOVE DISCUSSIONI SUL CONTRATTO MILIONARIO DI FABIO FAZIO

Torna a far discutere il contratto milionario firmato da Fabio Fazio in Rai. Secondo l’Anac (Autorita` nazionale dell’anticorruzione) il 28 luglio 2017, giorno in cui è stata siglata l’intesa tra il conduttore e la tv di stato sulla base di un accordo quadriennale fino al 2021 (basato sul passaggio da Rai 3 a Rai 1 della trasmissione “Che tempo che fa)”, la Rai si sarebbe arrischiata di fatto in una manovra “spericolata” dove le uniche certezze sono i costi, mentre lo stesso non si può dire dei ricavi. L’Anac nella sua delibera descrive “non conforme al codice dei contratti la stipula da parte di Rai spa del contratto preliminare con l’artista, prima, fra l’altro, che la societa` di produzione del format televisivo, con cui e` stato poi stipulato il contratto definitivo, venisse costituita“. A detta dell’authority presieduta da Raffaele Cantone, “le stime effettuate dalla Rai, a fronte di costi certi e contrattualizzati senza particolari alee, presentano ricavi pubblicitari stimati sulla base di risultati di ascolto che rappresentano obiettivi da raggiungere, ma che potrebbero subire variazioni significative in caso di variazioni di share che dovessero essere registrate nel corso dell’intera programmazione“.



I RISCHI E LA CORTE DEI CONTI

Per rendere chiaro il concetto, secondo l’Anac la Rai avrebbe fatto i conti senza l’oste: il pubblico. Cosa accadrebbe se il programma di Fazio facesse registrare un calo di ascolti tale da provocare un abbassamento dell’audience ed una fuga delle pubblicità? Secondo l’authority, “in caso di mancato raggiungimento degli attesi livelli di audience, Rai Pubblicita` dovra` presumibilmente compensare il maggior prezzo sostenuto dagli inserzionisti, producendo una riduzione degli effettivi ricavi prodotti dalla trasmissione“. Insomma: dovrebbe pagare lo Stato. A tal proposito l’Anac ha deciso di trasmettere la delibera alla Corte dei Conti, ma nel mirino è finita anche la parte riguardante Fazio. Secondo l’analisi dell’anticorruzione, “risulta con l’artista essere stato sottoscritto un contratto preliminare, istituto questo non previsto e non ammesso nel caso di contratti da stipularsi nel rispetto anche delle regole del Codice dei contratti, anche quando si tratti di contratti esclusi che comunque restano subordinati ai principi generali della contrattualistica pubblica. In secondo luogo, circostanza ancora più anomala nella logica dei contratti pubblici, il contratto è stato sottoscritto da una persona fisica che ha assunto il ruolo di una sorta di garante, in qualità di socio di una persona giuridica che non era ancora nemmeno costituita al momento della stipula del preliminare“.