Per Fabio Fazio, Moser è un campione favoloso. “Il film che ti hanno dedicato è bellissimo”. 276 le vittorie su strada: “Perché quelle su pista non contano”. Oggi è la giornata della Parigi-Roubaix, una delle specialità del ciclista trentino. La clip ripercorre i suoi successi: “Ti emozioni ancora?”. “Non più: ormai sono abituato”. In studio ha la prima medaglia: “Non è un granché. In Italia siamo abituati ai trofei; in Francia, all’epoca, era diverso”. In studio anche il figlio Ignazio. “Tra un po’ diventi nonno, forse…”. Nessuna conferma. “Per ora pedalo con papà”. Fazio: “Quando sei uscito dal Grande Fratello, Francesco era con me. Che belle parole, che ti ha dedicato…”. Subito la clip: “Torna a lavorare la terra”, dice a Moser Junior. [agg. di Rossella Pastore]
FRANCESCO MOSER, PRONTO PER LA MOSERISSIMA
Francesco Moser oggi sarà ospite della puntata di Che tempo che fa insieme a suo figlio Ignazio. Il celebre ciclista italiano è diventato ormai un produttore di vini, ma talvolta torna sui pedali. Per esempio, in occasione della “Moserissima”, un raduno cicloturistico internazionale non competitivo con biciclette da corsa d’epoca costruite prima del 1987, organizzata dall’Asd Charly Gaul Internazionale e dall’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi. La ciclostorica è dedicata agli appassionati di abbigliamento e biciclette vintage, per rievocare la storia del grande ciclismo, ed è anche per questo che è stata intitolata a Francesco Moser e alla sua famiglia, simboli del ciclismo trentino, italiano e internazionale. Buona parte de “La Moserissima” (in programma il 7 luglio) si snoda lungo le piste ciclabili, ma c’è anche un 20% di percorso in sterrato con circa 12 km di “leggendarie” strade bianche. Entro il 30 aprile ci si potrà iscrivere con 35 euro e anche l’anno scorso al via c’era Francesco Moser, insieme tra l’altro a Giuseppe Saronni, altro volto noto del ciclismo italiano.
LA PRODUZIONE DI VINO
In una recente intervista a Repubblica, Moser ha raccontato che già in gioventù, grazie a quanto faceva già suo padre, si era già cimentato nella produzione del vino. “A 13-14 anni con i miei amici delle scuole medie facevamo il vino in proprio, sapevamo già come fare. Finita la vendemmia andavamo a spigolare l’uva che rimaneva indietro, la facevamo fermentare in una vasca e vendevamo il vino al bicchiere. In giro per il paese, alle persone che venivano la domenica alla messa”. Nel 1988, finita la carriera agonistica, Moser ha deciso quindi di comprare un maso e di costruire una nuova cantina. Già nel 1984, però, la famiglia aveva prodotto uno spumante che aveva deciso di chiamare 51,151, come i km percorsi da Moser in un’ora nel record di Città del Messico. Un vino che ancora oggi viene prodotto. Si tratta di un Trentodoc, prodotto quindi con metodo classico seguendo un disciplinare molto preciso. E nell’azienda sono ovviamente impegnati anche i figli di Francesco. Vedremo se Ignazio prenderà le redini dell’azienda come vorrebbe il padre.