La giornata è stata sicuramente calda per Don Mazzi, che ha sparato a zero anche sui vertici del Vaticano e in particolare sul Cardinal Bertone. Frasi molto pesanti in generale nei confronti del Vaticano, visto esclusivamente come luogo di potere e corruzione. “Io il Vaticano lo brucerei, lo svuoterei e vorrei vedere tutti i cardinali missionari in Africa. La Santa Sede è il luogo del potere e la ripetizione del tempio di Gerusalemme.” E ancor più dure sono le parole nei confronti di Tarcisio Bertone: “Quando dissi che era di una ricchezza schifosa, mi scrisse il suo avvocato per convocarmi, ma non ci andai.” E secondo Don Mazzi neppure l’intervento di Papa Francesco potrà invertire la tendenza, nonostante l’attuale Pontefice abbia spesso avanzato la sua speranza di una “Chiesa Povera”. Spiega Don Mazzi: “Papa Francesco, poveretto, vuole che il Vangelo torni Vangelo, ma lo dice in Vaticano, che è il luogo del potere, e sa che perderà.” (agg. di Fabio Belli)



RESTITUITI A CORONA 2 MILIONI DI EURO

Due milioni di euro sono stati restituiti a Fabrizio Corona, perché «sono stati lecitamente guadagnati». Questa la motivazione per la quale la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto la restituzione della somma all’ex paparazzo. Per la precisione si tratta di 1,9 milioni di euro, una parte dei 2,6 milioni che erano stati trovati in parte su un conto corrente in Austria e in parte in un controsoffitto. I giudici hanno disposto invece la confisca della lussuosa casa di via De Cristoforis, che al momento dell’acquisto, avvenuto nel 2008, Fabrizio Corona intestò fittiziamente al collaboratore Marco Bonato. La decisione ha comprensibilmente soddisfatto gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti. «Ve l’avevamo detto che i soldi erano leciti», hanno dichiarato i legali di Corona, come riportato dal Corriere della Sera. Inoltre, hanno evidenziato che è stata respinta la richiesta di aggravamento della misura della sorveglianza speciale, perché non è stato ritenuto attualmente «socialmente pericoloso». (agg. di Silvana Palazzo)



FABRIZIO CORONA, UNA MISSIONE MOLTO COMPLESSA

Don Mazzi dice basta a Fabrizio Corona. “Mi ha fatto perdere tempo” ha dichiarato su di lui in un’intervista al Corriere dell Sera, la stessa intervista nella quale parla della sua missione: salvare quante più anime da problemi gravi e complessi. «La mia giornata? Mi dimentico di me stesso. Mi alzo alle sei e vado a letto quando l’ultimo dei ragazzi ha smesso di urlare. – racconta – Vivo per cambiare la vita delle persone. Voglio che ognuno capisca che prima esistono gli altri, poi tu. Solo se accetti questo, ti accorgi che esisti». Ma in quanti dei ‘suoi tossici’ si salvano? «Sempre meno. Prima, con l’eroina e la cocaina, si potevano disintossicare e imparavano un mestiere, ora, con le droghe chimiche, si bruciano, vanno via di testa. Bisogna cambiare tutto il sistema di accoglienza e cura. Molti operatori vanno via perché seminiamo, ma non mietiamo. Così, si perde la motivazione». (Aggiornamento di Anna Montesano)



“CORONA? NON LO VOGLIO PIU’, SI SENTE DIO”

Una perdita di tempo: così Don Antonio Mazzi, il noto sacerdote fondatore della comunità Exodus ha definito Fabrizio Corona in una lunga e intensa intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale ripercorre gran parte della sua esistenza. L’ex fotografo dei vip, così come Lele Mora, “mi hanno fatto perdere tempo”, dice don Mazzi, lasciato trapelare la grande delusione per non essere riuscito nell’intento per nulla semplice di condurli sulla retta via. “Fabrizio ero convinto di portarmelo a casa, ma si sente la divinità di se stesso. È personaggio anche quando si pente, non c’è niente di autentico in lui. Non lo voglio più”, tuona però deciso. Nella lunga intervista in cui si racconta, il sacerdote, oggi 88enne, ha commentato anche alcuni casi di cronaca celebri come quello di Erika De Nardo, la ragazzina che aveva ucciso la madre, seguita proprio da lui nel suo percorso di riabilitazione sociale: “Le sono stato accanto per dieci anni e non so ancora chi sia. Tutte le volte che abbiamo affrontato il racconto dell’omicidio, iniziava a tremare, andava in choc”, ha rivelato, spiegando poi di aver preferito fermarsi. Se di Pietro Maso, tornato in libertà nel 2013, dice “Era una bestia e non è cambiato per niente”, diverso è invece il parere che ha di Milena De Giambattista, una delle ragazze che uccisero una suora in Valchiavenna e che però sarebbe da allora molto cambiata. Don Mazzi sembra aver trovato anche una spiegazione a ciò: “Le donne cambiano di più, hanno più sensibilità, risorse, presa”, dice. Silvio Berlusconi, invece, rifiutò l’affidamento ai servizi sociali presso la sua comunità: “perché gli avrei fatto pulire i bagni come a tutti gli altri”, rivela don Mazzi. Il prete non ha quindi risparmiato una critica alla Rai che, a sua detta, non gli avrebbe concesso neppure la campagna per chiedere il 5 per mille in favore della sua comunità, che invece vive grazie alle diarie del Sert ed ai lavori che svolgono i suoi ragazzi (ma con un buco di due milioni l’anno).

L’INFANZIA, I DOLORI E LA SUA MISSIONE

Nella lunga intervista al Corriere, don Antonio Mazzi ha ripercorso poi la sua infanzia vissuta in collegio, il dolore per la morte del padre avvenuta a causa di una broncopolmonite quando aveva appena 10 mesi e per la madre che l’ha sempre sentita lontana. Dolore che poi, crescendo, si è trasformato in ribellione: “Perché la religione mi dava e mi dà fastidio: è tutta regola, non è fede. Oggi, dico che è come un matrimonio che diventa un dovere: se non esiste più l’amore, che roba è?”, dice. A proposito della grande mancanza del papà, spiega il prete: “Volevo un padre e invece il Padre Eterno lassù mi ha fatto padre degli ultimi quaggiù”. E’ stato così che ha fondato la sua comunità, Exodus, 34 anni fa e che oggi conta 40 sedi. Oltre a rincorrere pecorelle smarrite, si dice a volte anche un eretico e favorevole alle unioni civili: “L’amore è amore. Ognuno nasce per amare e essere amato. Aggiungo: per desiderare ed essere desiderato”, spiega, aggiungendo che il peccato “lo abbiamo messo di mezzo noi”. Come è oggi la sua vita? “Mi dimentico di me stesso. Mi alzo alle sei e vado a letto quando l’ultimo dei ragazzi ha smesso di urlare. Vivo per cambiare la vita delle persone. Voglio che ognuno capisca che prima esistono gli altri, poi tu. Solo se accetti questo, ti accorgi che esisti”, ha chiosato.