A Che tempo che fa, Luciana Littizzetto è vestita da mamma… Rai. “Che devozione!”, approva Fazio. Il televisore che ha in testa è un po’ vecchio stile, perché “di piatto ci sono già io”. Si passa alle cose serie, con l’ultima uscita di Luciano Fontana. Semi-serie: in Italia – lo sappiamo – la politica è una farsa. “Il nome del premier non è affatto certo. Il mistero dipende anche da questo”. Ecco perché Di Maio ha dato forfait. Ammettiamolo: la dinamica del presidente-attore (alla peggio, marionetta) è qualcosa di assolutamente inedito. Sarà di fatto una figura “neutrale”, checché ne dica il buon Giggino. E basta, con il populismo di maniera: “bipartisan” non è una brutta parola. C’è poi chi si ostina a giustificare l’alleanza (o contratto, fa lo stesso) perché “è la legge elettorale”. Per dirla con Dante: “Né pentere e volere insieme puossi, per la contradizion che nol consente”.



Milly Carlucci è accolta in studio in qualità di “Regina del Sabato Sera”. Ma non era la De Filippi? Appunto: “Ho letto che eri arrabbiata…”. Ogni tanto si deve pur giocare in trasferta. Vedi Bennato: tra Marini e Malgioglio, è un pesce fuor d’acqua. Però si presta, col suo medley folkloristico-favolistico. Pinocchio è la sua metafora preferita: questo l’abbiamo capito. “È un buon stratagemma, che mi permette di non risultare paternalistico”. Fossero tutte così, le canzonette… Paolo Sorrentino critica la critica: “C’è gente che prova a spiegarti il tuo film. Non essendoci i Mondiali, molti si riciclano così”. Insomma: con il calcio, c’è sempre chi s’improvvisa allenatore. Il suo non è un film ideologico, ma una storia che coinvolge (quasi) tutti: Loro racconta di Noi. E allora Servillo cita Duchamp: “Sono sempre gli altri che muoiono”.



La Litty ha una domanda: dov’è Giorgia Meloni? “Non pervenuta. Che considerazione, che hanno delle donne…”. Le grandi analisi di Luciana Littizzetto. Non sarebbe grave, se poi non scattasse l’applauso. Parentesi chiusa. Il 12 maggio è uscito al cinema Show Dogs, di cui Malgioglio e la Marini sono protagonisti. O meglio: le loro voci. Non saranno attori cani… perché sono doppiatori. Malgioglio confessa: “La mia non piaceva agli americani. Era troppo femminile, allora ho detto: chiamate Amanda Lear”. Valeria doppia una cagnolina. In questi casi, sempre meglio usare il vezzeggiativo. Poi la musica di Motta, che ha sciaguratamente accettato l’invito. I fan dell’indie saranno in rivolta: andare da Fazio è quasi peggio che andare a Sanremo. Ma le regole sono cambiate, con Lo Stato Sociale e la rivoluzione libertaria.

Leggi anche

Di Battista: “lite Grillo-Conte? Affari loro, ho lasciato M5s”/ Di Maio “scissione? Beppe senza coraggio ma…”