Da attore a doppiatore senza mai perdere la passione per l’uno o per l’altro, Francesco Pannofino a La Verità regala spunti interessanti come quello che gli ha permesso di innamorarsi. Racconta: “Ho incontrato quella che sarebbe diventata mia moglie Emanuela Rossi proprio nel doppiaggio. Lei era già una star e io ne ero innamorato a sua insaputa. Il pomeriggio in cui doppiavamo per la prima volta insieme andai in tilt. Non riuscivo a pronunciare una sola battuta, lei fu comprensiva ma alla fine disse che non mi voleva innervosire ulteriormente e che sarebbe andata in teatro“. Un racconto quello di Pannofino che poi porta a volti famosi come quelli che a cui ha prestato la voce: “Questo è un lavoro che si fa con passione, ma che poi dimentichi. Può capitare che a una cena da amici passi in tv un film in cui l’attore è doppiato da me e ci scappi una battuta, ma termina tutto lì. Se in tv a casa faccio zapping e capito in un film che ho doppiato cambio canale“.
“COSÌ DIVENTAI DOPPIATORE…”
Francesco Pannofino racconta anche come scelse la strada della recitazione: “Volevo mettere qualche lira in tasca mentre ero all’università. Sostituii così una ragazza che doveva lasciare il suo posto nella segreteria dell’associazione e poi al sindacato degli attori per andare in maternità. Mi segnalarono lì che c’era un’audizione al Teatro Stabile di Trieste, mi presentai in mezzo a un migliaio di aspiranti e mi fecero i complimenti per l’italiano. Due mesi dopo fui richiamato”. Una strada che lo portò a quella che è diventata poi la sua più grande passione e cioè il doppiaggio: “Mi fu chiesto di prestare la mia voce per una battuta che veniva pronunciata e si sentiva in una scena corale perché ero dotato di un eloquio fluente e di un perfetto italiano. Iniziai così a doppiare qualche attore”. Sono gli anni di Voce Volto e Francesco Pannofino può prestare solo attori stranieri, non era consentito infatti farlo con un interprete italiano. La sua carriera però era pronta a prendere il volo. Addirittura, spiega ancora nell’intervista a La Verità, gli attori Michael Madsen e soprattuto George Clooney invidiano e non poco la sua voce: «una volta George mi ha riempito di complimenti per “In amore niente regole”, ma dev’esser stato ubriaco forse..».
IL RAPIMENTO DI ALDO MORO
Francesco Pannofino è diventato noto al pubblico come attore, che quando l’ha visto per la prima volta sullo schermo però ne ha riconosciuto la voce. E’ infatti considerato al momento uno dei più grandi doppiatori italiani e ha prestato la voce a grandi attori come George Clooney, Mickey Rourke, Tom Hanks, Wesley Snipes e Denzel Washington tra gli altri. Si è raccontato in una lunga intervista a La Verità dove ha sottolineato anche diverse curiosità, fin dalla sua adolescente: “Sono nato a Pieve di Teco in provincia di Imperia. Mio padre si arruolò all’Arma e fu destinato lì, per poi spostarci a Imperia e a Roma quando avevo quattordici anni”. Pannofino racconta poi un episodio della sua gioventù, legato al rapimento di Aldo Moro. Abitava all’epoca infatti in via Mario Fani: “Dovevo andare in Università, solo che il motorino non partiva. Allora scesi verso la fermata dell’autobus dopo l’incrocio dove avvenne l’assalto. Mi fermai all’edicola per comprare il Messaggero per leggere le cronache sportive. La Juventus la sera prima aveva battuto l’Ajax in Coppa dei Campioni. Mi ero immerso nella lettura quando sentii gli spari. Quelli avevano il mitra e il rumore era simile a quello di un martello pneumatico. Capii che erano spari e fermai una donna che in preda al panico voleva andare in quella direzione per andare a casa. Scese un silenzio pesantissimo, una sospensione dalla realtà”.