Chi vincerà la Palma d’Oro? In attesa di poterlo scoprire, pronostici e riflessioni si fanno avanti in maniera incessante. Tra i nomi emerge anche “Cafarnao” che si sta facendo lentamente spazio “tra la folla”. La pellicola diretta dalla libanese Nadine Labaki, racconta il dramma di un ragazzino cresciuto nel nulla e che attraversa il raccapriccio di una vita, fino alla prima rivolta e poi anche il carcere. Un viaggio intorno alla miseria assoluta che porta alla migrazione e la povertà della gente invisibile. Labaki, attrice-regista e terza donna in concorso in questa edizione del Festival di Cannes, rimescola nella sua nuova opera humour e solidarietà, ma questa volta scende in campo anche con tutti i temi più dolorosi che comandano in questi tempi, mostrando le ragioni dei bisognosi. “Cafarnao” è stato molto acclamato dopo la sua proiezione e pare aver messo una seria garanzia sul Palmares di questa nuova edizione.



Cafarnao verso la Palma d’Oro?

Ma di cosa parla Cafarnao? La pellicola girata in Libano racconta la storia di Zain (Zain Al Rafeea), ragazzino 12enne che si trova in tribunale e che alla domanda del giudice sul perché denunci padre e madre replica con energia: “Perché mi hanno dato la vita”. Questo l’inizio, e poi, facendo un lungo flashback, il film seguirà passo dopo passo anche la prima vera odissea della nutrita famiglia di Zain capace di svendere la figlia dodicenne per sfamarsi, una famiglia che non ha nemmeno soldi per registrare la nascita dei figli e poi l’evasione del valoroso Zain verso un inferno anche più grande e senza alcuna aspettativa. “Il titolo del film”, racconta la regista, “nasce dal fatto che, quando insieme a mio marito (Khaled Mouzanar, compositore di musica popolare e anche produttore del film) ragionavo su quello di cui volevo parlare, ovvero le mie tante ossessioni del momento, lui mi ha detto ‘questo è un tale cafarnao!’. E così abbiamo deciso che quello sarebbe stato il titolo”. Poi aggiunge: “Io sento sempre il bisogno, attraverso i miei film, di interrogarmi sul sistema prestabilito, sulla sua incoerenza e anche immaginare di sistemi alternativi. All’interno di ‘Cafarnao’ ci sono molti di questi temi: gli immigrati clandestini, l’infanzia maltrattata, i lavoratori immigrati, la nozione di frontiere, la necessità di avere un documento per provare la nostra esistenza, la quale sarebbe invalidata in sua assenza, il razzismo, la paura dell’altro, l’impassibilità delle convenzioni dei diritti dei bambini”.

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