Caterina Piretti, in arte Katiuscia, ha conosciuto il successo quando aveva solo quindici anni. Protagonista di un fotoromanzo, è diventata una vera star partecipando a tantissimi film al punto da non ricordare neanche il numero. Appena adolescente, l’attrice aveva raggiunto una grandissima popolarità. Oggi, però, Katiuscia non esiste più: “Esiste ancora nella fantasia e nel cuore delle persone, ma in me è morta da anni”, confessa ai microfoni di Spy l’attrice che oggi ha 62 anni. All’epoca, il successo la travolse. Pur non essendoci ancora i paparazzi, ogni volta che usciva di casa veniva letteralmente travolta dal calore delle persone che la inondavano d’affetto inviandole anche tantissime lettere che leggeva quando era giù di morale. “Devo ammettere che lo faccio ancora quando vado su facebook: sono passati 50 anni, ma ancora oggi quel seguito non è scemato. Tantissime persone mi scrivono: vuol dire che abbiamo lasciato qualcosa di bello nel cuore delle persone”, ha raccontato l’attrice. Un successo importante per l’epoca che, però, ha rischiato di distruggere la vita di Caterina Piretti.
KATIUSCIA, TRAVOLTA DAL SUCCESSO A 15 ANNI
Katiuscia ha vissuto per un lungo periodo una doppia vita: quando lavorava era una star, ma nella vita privata, insieme agli amici, tornava ad essere la solita Caterina Piretti. Quel successo, però, l’ha travolta e ha rischiato di distruggerla totalmente. “E’ stato un successo mal gestito dai grandi che avrebbero dovuto proteggermi. Certo, sin da piccola sono stata abbastanza ribelle e cercavo indipendenza, figuriamoci quando mi sono ritrovata tra le mani i soldi, la fama e la possibilità di fare quel che volevo. Un protettore, a dire il vero, ce l’ho avuto: il direttore della Lancio, Filippo Ciolfi, era per me come un papà. Finchè sono rimasta con loro venivo seguita passo passo e non ho fatto danni. Quando sono passata ad un’altra casa editrice, convinta da un contratto milionario, venivo trattata come una grande star. Lì è cominciata la strada vero l’inferno”, ha spiegato l’attrice che confessa di aver dilapidato una fortuna – “C’è stata anche la leggerezza di non capire che avvicinarsi alla droga non era una strada gestibile. Pensavo di essere invincibile e alla fine sono rimasta fregata come tutti perché con la droga non si scherza”. Fortunatamente è riuscita a ritrovare la strada che ha compreso sia la galera che la comunità. Il percorso di rinascita ha compreso anche la conversione al buddismo. Oggi è una donna più serena come racconta nel libro della sua vita “Katiuscia, la diva ribelle”.