Per tutti è il guru dello stile, un’icona di bellezza che con la sua straordinaria esperienza ha segnato il mondo dell’estetica del nostro paese. Eppure, Diego Dalla Palma nasconde un’anima piuttosto oscura, che sin dall’infanzia non l’ha mai abbandonato. “Fui colpito da una meningite fulminante. Ero un bambino angelico di sei anni. Quando uscii dal coma, un mese dopo, ero irriconoscibile. Smunto e spaventato. Lì è cambiata la mia vita”. Al ritorno alla realtà, infatti, non seguì una conseguente rinascita, dal momento che in breve tempo finì nella rete dei teppisti della scuola: “Iniziò la mia sfortuna. Il bullismo dei compagni, la derisione, la sopraffazione, l’isolamento. Tutte cose che mi hanno imparentato con la morte”. Raggiunto da Giancarlo Dotto per Diva e Donna, Dalla Palma ha inoltre rivelato inoltre che la causa di tutto è nata dalla necessità di convivere con due tipi di diversità, la prima dettata dall’amore per il disegno, che lo allontanava sempre di più dai compagni, la seconda causata dall’essere effeminato: “Mi ha dilaniato dentro. Dai 6 ai 18 anni ho subìto di tutto, compresa la violenza di un prete in collegio per due anni. Ero una creatura disorientata, alla mercé di chiunque”.
IL LIBRO AUTOBIOGRAFICO “NON HO PAURA DI MORIRE”
Reduce da un passato difficile, Diego Dalla Palma ha recentemente ripercorso i suoi dolori mettendo le sue pene nero su bianco: è così che è nato “Non ho paura di morire”, romanzo autobiografico scritto con Alessandro Zaltron, dove il sui alter ego Valerio, un attore in là con gli anni, si confronta con Massimo, un giovane amico giornalista, sui temi del suicidio. “Questo romanzo lo covavo dal 2004”, ha ricordato fra le pagine di Diva e Donna il noto make up artist, che nel corso dell’intervista concessa a Giancarlo Dotto ha ripercorso l’anno della sua crisi esistenziale, causata soprattutto da una serie di eventi sfortunati: “un amore finito male e la morte di mia madre, con cui avevo un legame molto forte e molto contrastato, quasi violento e di passione amorevole. Non volevo più vivere”. Proprio in quel periodo ha avuto inizio la sua disperazione, sfociata in un interesse lucido nei confronti del suicidio: “M’informai su alcune associazioni che aiutano a morire. Ma bisognava essere malati e io ero malato di una vita che mi aveva dato tanto e che non mi interessava più”.
“FARÒ COME IL PRTAGONISTA DEL MIO LIBRO”
Dal passato da vittima di bullismo al successo, il passo non è certo stato breve per Diego Dalla Palma, che raggiunto da Giancarlo Dotto per Diva e Donna ha rivelato come il pensiero della morte non l’abbia mai abbandonato, neanche nei momenti più importanti della sua straordinaria carriera. Pensieri che vanno e vengono e che ancora oggi fanno parte del suo presente, tanto da non escludere in maniera categorica la possibilità, in futuro, di porre fine a tutto: “Non ho paura di morire, ma di soffrire sì. Farò come il protagonista del mio libro. Sparirò nel nulla, non voglio convenevoli, rituali, tutta la retorica del lutto. Trovo terrificante e volgare l’applauso che accompagna il funerale”. Nel corso dell’intervista, Diego Dalla Palma ha inoltre ripercorso il suo passato, ritrovando nel rapporto con sua madre una spiegazione plausibile del proprio stato d’animo: “In famiglia ho vissuto il peggio del peggio. Il mal di vivere di mia madre, per 30 anni. Il buio in casa, non sopportava la luce,. Non bisognava aprire le finestre. L’Alzheimer dei suoi ultimi anni. E le tante malattie invalidanti di mio padre”.