Salvador Dalí nasce l’11 maggio del 1904 a Figueres, in Catalogna. Il padre Salvador Dalí y Cusí, è uomo rigido e severo mentre la moglie Felipa Domènech y Ferrés è particolarmente amorevole con il giovane pittore. Ma è una tragedia ad influenzare fortemente i primi anni di vita di Salvador a causa della morte per meningite del fratello maggiore, di cui porta il nome. I genitori credono che il secondogenito sia un incarnazione del figlio morto e questa sensazione rappresenta un punto fermo anche nella vita del giovane Dalì. A soli 16 anni, l’artista perde anche la madre e il padre sposa la zia, anche se tale decisione non sembra toccare particolarmente il pittore, alle prese con gli studi dell’accademia d’arte. Con il passare degli anni la sua immagine diventa sempre più eccentrica e Dalì viene espulso dall’accademia, continuando però ad occuparsi di pittura e nutrendo interesse anche per altre forme d’arte. Ma è il 1929 a segnare un momento determinante nella sua vita, con l’incontro della donna che rappresenterà il punto di riferimento per tutta la vita.
SALVADOR DALI’ E L’AMORE
Nel 1929 Salvador Dalì incontra Gala, pseudonimo di Elena Ivanovna Diakonova, un’espatriata russa più vecchia undici anni, è già sposata con il poeta surrealista Paul Éluard. Dopo alcuni anni di relazione clandestina i due si sposano prima con rito civile nel 1934 e poi con rito cattolico nel 1959. Il rapporto tra Dalì e la moglie Gala verrà raccontato da Amanda Lear oggi a L’Intervista, il programma di Maurizio Costanzo in onda in seconda serata. In essa, la modella che fu musa del pittore per 15 anni, spiegherà come la coppia sia stata caratterizzata da un’assoluta fiducia: “La moglie mi ha detto: ‘se lei vuole il mio posto questa è la mia stanza’. Non avevo mai incontrato una donna così, che non aveva la gelosia, dopo è diventata la mia migliore amica e sono rimasta con questa strana coppia più di 15 anni”. La Lear, infatti, fu modella per varie opere del pittore, che la rese celebre in tutto il mondo.
IL SURREALISMO E LA FAMA NEGLI STATI UNITI
Esponente del surrealismo, fatto che lo portò allo scontro con il padre, Salvador Dalì dipinse nel 1931 una delle sue opere più celebri “La persistenza della memoria”, l’immagine di alcuni orologi che sono sul punto di liquefarsi: gli orologi che si sciolgono rappresentano la memoria, che invecchiando negli anni perde forza e resistenza. Nel 1934 fece il suo ingresso negli Stati Uniti e il suo quadro conquistò subito interesse e scalpore. Negli anni successivi, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, Dalì non prese mai posizione contro il fascismo, decisione che causò la sua espulsione dal movimento del surrealismo. Dopo anni trascorsi in America, fece ritorno in Spagna nel 1951 dove sperimentò nuove tecniche artistiche e di comunicazione mediatica. Lui stesso definì questa fase come quella del Misticismo nucleare con opere come ‘La Madonna di Port-Lligat’ e ‘Corpus Hypercubus’. Gli anni 80 segnarono la malattia sua e della moglie Gala: dopo il decesso della donna nel 1982, Dalì non si riprese più, provando più volte il suicidio. Morì il 23 gennaio 1989 a causa di un attacco di cuore.