«Marina e Ludovica sono state rapite dal male, dal nemico. Nemico che purtroppo continua a rapire nella morte le persone che amiamo e a cui vogliamo bene. Noi gli vogliamo puntare contro il dito con la preghiera»: sono le parole del vescovo di Pescara, Monsignor Tommaso Valentinetti nell’omelia ai funerali di Marina Angrilli e Ludovica Filippone, mamma e figlia uccise dalla follia di Fausto, in quello che risulta come uno dei dei drammi di cronaca più spiazzanti degli ultimi mesi. Le famiglie si sono abbracciate e la gente ha invaso la chiesa di Cristo Re a Pescara per dare quell’ultimo saluto e preghiera alle vittime innocenti di una strage più grande di loro: «Tanto il tempo solo lui lo sa, quando e come finirà, la tua sofferenza e il tuo lamento, c’è quel vuoto che non sai» sono le parole della commovente canzone di Arisa “Controvento” che i compagni di classe di Ludovica hanno cantato alla loro amica che non c’è più. Quella era infatti la canzone che Ludovica Filippone amava più di tutte e la folla ha ascolta in silenzio all’interno della Chiesa il brano a termine di un funerale intenso e commovente: l’abbraccio più importante è giunto però al termine della Santa Messa tra la famiglia Angrilli e Filippone. La sorella di Fausto era presente in Chiesa, provata, sofferente ma abbracciata dai cugini di Marina: la benevolenza di Cristo Re ha guardato giù e “unito” una comunità spiazzata e devastata da quel “male” impossibile da capire da mente umana.. (agg. di Niccolò Magnani)



“FAUSTO AVEVA PROBLEMI CON LA MOGLIE”

Centinaia di persone partecipano a Pescara ai funerali di Marina Angrilli e la figlia Ludovica, uccise da Fausto Filippone domenica scorsa. La chiesa di Cristo Re non è riuscita ad accogliere tutti i presenti. Grande commozione all’arrivo dei feretri: bara bianca per la bambina di 10 anni, beige per la madre. «Il male le ha rapite ma noi vogliamo puntare gli occhi sull’eterno bene e vogliamo pregare insieme perché trovino la pace eterna», ha detto monsignor Tommaso Valentinetti che celebra la funzione. Intanto permane il mistero sulle ragioni della tragedia. La Vita in Diretta ha raccolto le dichiarazioni del personal trainer di Fausto Filippone, il quale aveva intuito che qualcosa non andava. «Avevo notato ultimamente che girava da solo in palestra con le mani dietro la schiena. Io più volte ho provato a farlo parlare, a scuoterlo per provocargli qualche reazione, ma lui non mi ha mai parlato volontariamente». Filippone però faticava ad aprirsi: «Più volte gli ho chiesto se avesse problemi in famiglia o con la moglie e lui ha sempre annuito passivamente, con un viso frustrato. Sembrava perso e scoraggiato. Io gli raccontai i miei problemi per indurlo a parlare, ma lui mi disse che non ci riusciva». (agg. di Silvana Palazzo)



STRAGE FRANCAVILLA, DUBBI SUL MOVENTE DI FAUSTO FILIPPONE

Il caso di Fausto Filippone, tristemente noto per la tragedia di Francavilla, continua a far discutere stampa e cittadini italiani. Le prime indiscrezioni emerse in queste ore, a breve distanza dal folle gesto dell’ingegnere 49enne, accendono le luci sul suo piano criminale. Appare chiaro che il progetto di uccidere la moglie Marina Angrilli, la figlia Ludovica di appena 10 anni, ed infine se stesso, è stato ideato diversi giorni prima. Qualcosa però è andato storto nei piani di Filippone, che ha esitato alla fine prima di uccidersi, intrecciando con Polizia e psichiatra una trattativa durata sette ore. Il caso di Francavilla verrà approfondito nella puntata di Quarto Grado di oggi, venerdì 25 maggio 2018, ripercorrendo i suoi punti salienti. Non è da escludere che in realtà Fausto Filippone avesse già pensato a come uccidere l’intera famiglia e persino se stesso diversi mesi prima. Come sottolinea Il Messaggero, pochi mesi prima della tragedia il manager aveva richiesto di poter ottenere il porto d’armi per il tiro a volo, ma il suo rilascio non era certo. Senza considerare i tempi che avrebbe dovuto aspettare prima di entrare in possesso dell’arma.



FAUSTO FILIPPONE E MARINA ANGRILLI, UNA FAMIGLIA MODELLO?

Dall’esterno descritta come una famiglia modello, Fausto Filippone e Marina Angrilli nascondevano forse fra le mura di casa un’inquietudine che verrà chiarita dall’inchiesta degli inquirenti. La trappola messa in atto dal manager è stata duplice quel fatidico martedì di questa settimana. Da un lato avrebbe attirato infatti la moglie Marina con la scusa di accompagnarla per comprare una lavatrice. La coppia si sarebbe quindi spostata da Pescara alla casa di Chieti che usava affittare agli studenti. E poco dopo l’avrebbe gettata dal balcone, come dimostra una scaletta ritrovata sul posto e compatibile per la Squadra Mobile di Chieti con la traiettoria della caduta della donna. Quindi si sarebbe recato a Pescara dalla figlia e l’avrebbe convinta a seguirlo lungo la A14 con la scusa di farle una sorpresa, come rivela giallo. Forse sedata, la bambina è stata gettata nel vuoto senza opporsi. Filippone ha inoltre raggiunto la figlia subito dopo l’intervento dei soccorsi sulla prima scena del crimine, quando Marina è stata trasportata d’urgenza in ospedale. Con il dubbio iniziale che potesse trattarsi di un suicidio, l’autopsia effettuata dal medico legale Cristian D’Ovidio, riferisce Il Messaggero, ha escluso qualsiasi ipotesi ad eccezione dell’omicidio. Poteva essere fermato? E’ questo che si chiede l’opinione pubblica ed il cognato di Filippone, che all’arrivo delle autorità ha fornito generalità false ed è riuscito ad allontanarsi senza che nessuno sospettasse del suo coinvolgimento nella caduta della moglie. La sorella del manager, Antonella, aveva già avuto delle prime avvisaglie da tempo. Chiedeva spesso al 49enne il motivo della sua tristezza. Un dolore dovuto alla morte della madre, avvenuta oltre un anno prima della tragedia di Francavilla.