Se per caso vi dovesse capitare al mattino (o in tarda ora in replica) su La7 un programma con un acronimo molto particolare – LACT – e un spigliata e attenta conduttrice, Myrta Merlino non sarete certo gli unici e soprattutto non sarete i primi. In questa eterna attesa pre e post elettorale in attesa di un Governo che però ora sembra come Godot, “L’aria che tira” è il programma di attualità e analisi politica più in vista del momento. Da anni in onda nelle mattinate di La7, negli ultimi mesi ha raggiunto e superato tutti i concorrenti (anche di cucina e gossip che avvengono sulle altre reti in contemporanea) raggiungendo un picco di 6-7% di share che per la tv di Urbano Cairo è “tantissima roba”. «Sto vivendo un matrimonio televisivo felice, che funziona bene. A La7 mi apprezzano e mi stimano, ho un contratto molto lungo per L’aria che tira. Certo, le lusinghe mi piacciono, capita a tutte le donne, amo sapere che esiste un mercato televisivo e quindi possono arrivare altre proposte. Però qui mi sento a casa mia, ho conquistato il mio spazio un millimetro alla volta, e qui resterò», spiega in una intervista esclusiva la vera artefice di questo successo, la bella e “scafata” conduttrice napoletana. Cairo le aveva chiesto di puntare al 3% quando rilevò l’azienda e ora i risultati sono stati addirittura raddoppiati: «Sono entusiasta. Merito di una squadra affiatata, attenta, pronta ad affrontare tutti i risvolti dell’attualità quotidiana con professionalità ed elasticità», rilancia ancora Myrta Merlino. Domande acute e ospiti trattati tutti nello stesso modo, cioè non “accomodante” ma neanche volgare o sgarbata; LACT sembra convincere sempre di più, tanto che la concorrenza viene regolarmente battuta.



LA SFIDA ALLA RAI

«Abbiamo capovolto il luogo comune che individua in quella fascia (in piena mattinata)un pubblico di serie B. Invece lo abbiamo considerato di serie A con ospiti da prima serata, inviati sul campo, tabelle, cifre e dati. E siamo fieri della nostra capacità di mantenere un doppio pubblico: quello popolare e l’altro, magari più raffinato e intelligente, che chiede informazione e attualità», racconta ancora la conduttrice ai colleghi del CorSera. Un po’ pop, un po’ seriosa un po’ tutto: a “L’aria che tira” si sperimenta ma si consolida anche, con l’obiettivo di divenire sempre più “servizio pubblico” pur non essendo in Rai. «Ogni giorno raccontiamo il grande romanzo popolare del nostro Paese tenendo l’orecchio a terra e seguendo l’Italia. Per spiegarmi: io ho visto crescere politicamente Di Maio e Salvini proprio perché sono stati continuamente ospiti dai luoghi in cui avvenivano fatti significativi. Siamo una barca a vela leggera e agile, molto più della Rai. Se avviene qualcosa, ci muoviamo con estrema rapidità», spiega Myrta che lancia un doppio segnale alla Rai che la corteggia da tempo. Non solo la rapidità, ma anche l’effettiva valenza del canone viene vista dalla Merlino come qualcosa da cambiare radicalmente a Viale Mazzini: «Parliamo continuamente di meritocrazia. Il metodo più trasparente e sereno sarebbe mettere il canone a gara indicando parametri chiari per chi assicura un servizio pubblico. Così finirebbero le rendite di posizione e anche l’impossibilità di accedere a un importante strumento economico».

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