Adele è la più piccola dei figli di Paolo Bonolis e grazie alla sua tenera età ha permesso al conduttore di ritornare un po’ bambino. In realtà quell’angolo del suo animo di eterno fanciullo ha sempre fatto parte del successo ottenuto in tanti anni di carriera televisiva, forse molto di più della sua nota aggressività da mattatore, con cui spesso si scaglia contro la preda di turno. Adele sembra tra l’altro aver ereditato dal padre la passione per la lettura, un mezzo che per il conduttore aiuta ogni bambino all’arte dell’uso della parola. Un modo anche per andare in contro tendenza alla moda del momento, in cui già da piccolissimi, i bambini di oggi sono già dotati di smartphone e tablet oltre che di altri dispositivi tecnologici. In un’intervista a Oggi, Adele ha sottolineato di vedere il padre un po’ bambino soprattutto quando tifa la sua squadra del cuore, l’Inter. Anche se la piccola di casa non comprende molto perché gli piaccia così tanto il calcio, così come Bonolis non comprende come possano piacerle così tanto le webstar. “Ognuno ha i suoi gusti”, sentenzia nella sua intervista. Appassionata di viaggi, vorrebbe già iniziare a girare il mondo a 15 anni, anche se per ora preferisce essere coccolata dalla mamma. Anche se in casa sono almeno in tre, vista la presenza dei due fratelli Davide e Adele, nati dalla seconda moglie del conduttore, Sonia Bruganelli, Adele sa bene di poter avere uno spazio tutto suo con il papà grazie ai documentari ed il cinema. I primi piacciono solo a loro due, mentre spesso il sabato pomeriggio si ritrovano da soli ad andare nelle sale italiane.
Il ricordo della prozia Adele Bonolis
Adele Bonolis non è solo il nome della figlia più piccola del conduttore Paolo Bonolis. Il nome è stato dato alla piccola in onore della prozia dello showman, ‘una bella persona’, come l’ha definita in un intervento universitario alla Statale di Milano. La donna è scomparsa nel 1980. La prozia Adele è stata dichiarata serva di Dio ed è in via di beatificazione. Il legame che ha unito Bonolis alla prozia Adele inizia già nell’infanzia del conduttore, grazie alle estati trascorse a Montano Lucino, in provincia di Como. A quel tempo i genitori del futuro timoniere lavoravano per tanti mesi e questo voleva dire che il bambino Paolo veniva affidato alle cure della prozia. Trascorreva il tempo nella casa famiglia gestita da Adele Bonolis e la osservava a lungo mentre accoglieva le ragazze di strada e donava loro serenità e allegria. Un ricordo indelebile nella mente dell’artista, soprattutto perché è in quel momento che il conduttore ha potuto consolidare il suo personale rapporto con la beneficienza e la carità. Donna di grande fede, Adele Bonolis non si fermava solo ad aiutare le sventurate di turno, ma offriva loro anche un lavoro. Una figura importante anche per la comunità di Nibionno, dove ha fondato Casa Maria delle Grazie, l’ente morale con una struttura socio-assistenziale e senza scopo di lucro, diretta alle donne con disagio mentale.
La storia di Adele Bonolis
La vocazione di aiutare i più deboli di Adele Bonolis, prozia del famoso conduttore Paolo, inizia molto prima dell’età adulta. La donna è nata infatti a Milano nel 1909 e inizia a frequentare presto le suore, riuscendo a diventare in tempo record responsabile delle donne dell’Azione Cattolica. La sua fede la spinge poi a laurearsi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, per la facoltà di Filosofia, riuscendo già negli anni ’50 a consolidare il suo obbiettivo. Come ricorda La Provincia di Lecco, Adele Bonolis fonda infatti in quell’anno la casa di orientamento femminile sita a Montano Lucino, la Cof. Ed è già in questo particolare che si nota la sua devozione per una causa a cui ha chiamato se stessa, tutta volta al femminile ed a quelle donne che dalla vita hanno avuto poco. Nella struttura accoglie emarginate, prostitute e disperate. Non bisogna pensare tuttavia che Adele si sia concentrata nella sua vita solo alle donne, dato che si trovava sempre in prima fila per aiutare le persone dimenticate da familiari e società. In supporto a malati psichici ed ex detenuti, la donna non ha risparmiato un attimo della propria esistenza per supportare chi avesse bisogno di aiuto. Per Adele infatti è importante mettere al primo posto della scala di valori la persona umana, uno dei cardini della sua forte fede. E grazie al suo esempio pian piano riuscirà persino a coinvolgere diverse volontarie, con cui deciderà di creare un clima familiare, sereno, che sia di supporto nella riabilitazione totale di ogni persona, sia dal punto di vista della società che lavorativo. Al centro di ogni sua azione l’amore, “basato sulla nitida concezione di un Dio Padre provvido”, come ricorda l’amica e collaboratrice Giuseppina Achilli, che non fa distinzione fra i suoi figli, ma che li ama così come sono.