Nel 1971, quando lo scontro sui diritti civili agli afroamericani era ancora in pieno svolgimento, nacque, tra le tante, una associazione legale con lo scopo di sostenere la battaglia contro il razzismo e per l’uguaglianza. Esiste ancora, si chiama The Southern Poverty Law Center solo che negli ultimi anni ha cambiato decisamente raggio di azione. Come si legge in un articolo del sito Catholic News Agency, l’associazione si dedica quasi a tempo pieno ad accusare e attaccare le associazioni pro life cristiane americane, definendole, nei migliori dei casi “hate groups” e loro componenti “haters”. Come si sa questa è l’accusa più infamante oggi di moda, definire il proprio rivale nelle battaglie politiche o civili un “hater”, uno che predica e causa l’odio. Tra i maggiori finanziatori di questa associazione c’è il noto attore americano George Clooney: lo scorso anno la Fondazione George Clooney ha donato un milione di dollari al SPLC. Stanchi di questa battaglia denigratoria nei loro confronti, Chuck Donovan, scrittore, ricercatore politico e presidente del Charlotte Lozier Institute, sostenitore del gruppo pro life Susan B. Anthony List, ha scritto una lettera aperta all’attore.



GEORGE CLOONEY CONTRO I PRO-LIFE?

Chiede che si adoperi per convincere l’associazione da lui sostenuta di moderare i termini e smettere di impostare lo scontro sull’aborto in termini ingiuriosi e falsi: “La tattica usata” ha scritto “è dannosa sia per la reputazione di alcuni eminenti personaggi che per il bene comune. E’ un tradimento dell’onorevole storia della SPLC che ha sempre combattuto contro la negazione dei diritti civili degli afro americani”. Le conseguenze della campagna violenta anti pro life si vedono già: Amazon Smile, che raccoglie fondi per opere caritatevoli, ha infatti eliminato diversi gruppi cristiani dal suo sostegno. Essendo definiti “hate groups”, ha spiegato Amazon, vengono automaticamente eliminati dai meritevoli di sostegno economico. “La scena nazionale è dominata dalla bruttezza” si legge ancora nella lettera. “Signor Clooney, Dio le ha dato la possibilità di parlare a milioni di persone, la incoraggio a dare un’occhiata più da vicino a come si comporta l’associazione da lei sostenuta”. Chissà se George Clooney tra un invito a un royal wedding e un film troverà il tempo di leggere la lettera.

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