Ohibò: alla notizia che Asia Argento è stata nominata giudice di X Factor 2018 insieme ai confermati Fedez, Manuel Agnelli e Mara Maionchi sono apparsi in rete diversi commenti perplessi. Anche il vostro vecchio Yoda, che un po’ di tv se ne intende, è rimasto perplesso, ma non per il fatto in sé, bensì per la sfacciataggine del comunicato di Sky: “Siamo entusiasti di dare il benvenuto ad Asia nella famiglia di X Factor, dove siamo certi che il contributo della sua cultura musicale e personalità sarà importantissimo”. Francamente la sua cultura musicale ci era sfuggita, ma poi, andando a spulciare i comunicati, si scopre che “Asia si appresta così ad affrontare una nuova sfida, nella sua multiforme carriera ha spaziato dal cinema – dove è regista e autrice – alla tv, e alla musica, con una visione unica nel mondo industrial ed elettropop. È stata acclamata in Francia e in Belgio e ha vinto, in entrambi i paesi, un disco di Platino per Gloria degli Indochine, una delle band più influenti del rock francese. Ha collaborato con grandi artisti come Brian Molko dei Placebo e Tricky, ed è sua una apprezzatissima versione di Le sacre du printemps di Anton Newcombe dei meravigliosi The Brian Jonestown Massacre”.



Avete capito? Lo sapevate? A Yoda era sfuggito tutto. Inoltre, si fa pure notare che Asia ha avuto come ex marito Morgan (altro bel personaggio il cui genio musicale non abbiamo mai compreso), e in particolare è stata ed è protagonista del movimento #MeToo denunciando – assai tardivamente – le molestie sessuali subite dall’ex-re di Hollywood Weinstein. Che c’entra tutto questo con la competenza richiesta ai giurati di un programma come X Factor?



La giusta risposta la troviamo in un post di Franco Zanetti sul Blog di Rockol: “Nei talent televisivi, i giudici ‘pesano’ più dei concorrenti (in tutti i talent, non solo quelli basati su concorrenti che cantano). Non mi piace, non sono d’accordo, lo trovo inaccettabile, ma lo capisco: degli sconosciuti che cantano non fanno audience, mentre dei personaggi noti che litigano, dicono fesserie, fanno ‘‘o show’, come direbbe Renzo Arbore, invece fanno audience. Dovrei compiangere i concorrenti che saranno giudicati da una signora che (forse, ripeto) non ha grandi competenze musicali? Ma no, mica sono obbligati a partecipare – e poi la maggior parte di quelli che partecipano a un talent non lo fanno per amore della musica, ma per desiderio di notorietà. Semmai, qualche studioso di televisione potrebbe analizzare la tendenza per cui dal cercare di avere fra i concorrenti dei ‘casi umani’ (vedi ‘The Voice of Italy’) ci siano segnali dai quali si direbbe che la tendenza si stia allargando al cercare di avere dei casi umani anche fra i giudici. E siccome, come vedete, qui l’espressione casi umani non è tra virgolette, non vuole essere offensiva né riduttiva nei riguardi di Asia Argento. Di casi umani se ne trovano in tutti i settori: dallo sport alla politica alla cronaca nera. Non mi stupirei se in un qualche altro talent show (o magari in ‘X Factor’ alla prossima edizione) trovassimo fra i giudici Mario Balotelli, l’ex senatore Antonio Razzi o Fabrizio Corona. In nome dell’audience, s’intende. E chissenefrega della musica”.



Ecco, abbiamo proprio capito. Chissenefrega della musica?