Maria Fida Moro è una delle testimoni viventi della vita e della lotta che hanno portato alla morte il padre Aldo Moro, il cui corpo è stato ritrovato 40 anni fa. Lo statista italiano che ha scosso l’opinione pubblica non solo con le sue parole e battaglie, ma persino con la propria tragica scomparsa. Importanti dettagli sulla vita del Presidente del Consiglio, ricorda Il Corriere del Mezzogiorno, potrebbero essere nascosti in quelle lettere scritte dalla figlia al genitore e conservate dalla Fondazione creata dallo stesso Leonardo Sciascia prima della sua morte. Ad un passo dal 40° anniversario dal ritrovamento del corpo del padre, Maria Fida Moro interverrà nel corso della puntata di Matrix Chiambretti di questa sera, venerdì 4 maggio 2018. La donna ha già dato l’autorizzazione alcuni anni fa alla pubblicazione e lettura delle lettere inviate al padre, così come quelle della madre Eleonora Chiavarelli. Non esiste tuttavia il beneplacito della famiglia di Sciascia, che secondo la legge è la vera proprietaria della missiva e per questo in grado di vietare qualsiasi sua diffusione. Sono anni di misteri quindi, sotto molti punti di vista. Negli stessi anni, nell’arco di tempo che va dagli anni Settanta ai Novanta, sono tanti a scrivere a Sciascia per via della sua enorme influenza nella società. Imponenti icone di malagiustizia come Enzo Tortora, ma anche boss della mafia come Giuseppe Sirchia, all’epoca in carcere.



LA RABBIA PER LE PAROLE DI BARBARA BALZERANI

Appena due mesi fa, Maria Fida Moro ha avuto un importante sbotto di rabbia per alcune parole di Barbara Balzerani, fra i componenti degli ex BR che nel 1978 hanno ucciso Aldo Moro e la sua scorta. Una frase di troppo scritta su Facebook, in cui la donna si lamentava dei ‘fasti del quarantennale’ e che ha provocato un’onda di sdegno anche da parte di Raimondo Etro, ex BR e condannato a sua volta. Per Maria Fida Moro è chiaro che chiunque abbia provocato la morte dello statista italiano e quindi contribuito a creare l’anniversario negli anni successivi, debba solo tacere. Lei, che invece ha subito quanto avvenuto nella primavera di quell’anno, è l’unica a poter esporsi in un certo senso. Maria Fida Moro non ha mai smesso di lottare perché la verità riguardo alla morte del padre venisse chiarita sotto tanti punti di vista ricorsa Quotidiano, soprattutto in merito al possibile coinvolgimento dei servirzi segreti dell’ex Unione Sovietica sul caso Aldo Moro. Un’iniziativa che vent’anni fa l’ha spinta a chiedere tramite istanza che la Procura di Roma riaprisse il caso ed a cui inizialmente ha partecipato anche la madre Eleonora. Quest’ultima in seguito ha preferito farsi da parte per via del parere contrario dei figli Agnese e Giovanni. Maria Fida ha dato inoltre un importante contributo alla scrittura di Aldo Moro: la verità negata, l’inchiesta scritta da Gero Grassi e pubblicata nel gennaio di quest’anno grazie alla Pegasus Edizioni e che raccoglie fra gli altri importanti documenti, anche le lettere inviate dalla donna dal 16 marzo 1978 al 9 maggio di quel’anno.

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