La presidente Rai parla dei rimborsi spesa su cui era stata aperta una inchiesta: “Si tratta di pochi soldi, ma non voglio che rimanga alcuna ombra”. Monica Maggioni si è difesa in questo modo in riferimento alle notizie emerse in queste ore sull’inchiesta aperta dalla procura di Roma in riferimento agli ipotetici reati di abuso d’ufficio e peculato a proposito dei viaggi fatti per la presentazione del suo libro dal titolo “Terrore mediatico” ma anche per gli affidamenti diretti e senza gara d’appalto di servizi per le piattaforme dei nuovi media da parte di Rainews24. La presidente della Rai ieri è stata ospite del Festival della Tv di Dogliani nelle Langhe per un dibattito pubblico. Rispondendo alle domande di Stefano Feltri de Il Fatto Quotidiano, ha voluto precisare che si trattasse di pochi rimborsi per il taxi e un biglietto del treno: “Si riferiscono al periodo in cui ero direttore di Rainews24 e mentre ero in viaggio in servizio per la Rai prendevo anche l’occasione per presentare il mio libro che tratta comunque di argomenti intersecati con il mio lavoro. Potevo benissimo rimborsare io quei pochi soldi, ma ne ho fatto una questione di principio, ho voluto andare fino in fondo a questa storia perché non voglio che rimanga alcuna ombra”.



La presidente Rai rompe il silenzio

In riferimento agli appalti assegnati a società esterne sempre sotto la sua direzione di Rainews, la Maggioni ha voluto precisare che quelle scelte “non ricadevano sotto la mia responsabilità, ma sotto quella di un’altra struttura aziendale”. La presidente Rai ha voluto minimizzare l’intera questione dopo che l’Autorità nazionale anticorruzione aveva chiesto l’archiviazione ma la Procura di Roma aveva voluto proseguire con indagini iscrivendo la Maggioni nel registro degli indagati. Chiarite queste questioni la presidente ha parlato della Rai parlando della mancata realizzazione del piano di riforma del sistema news Rai sotto la direzione generale di Antonio Campo Dall’Orto, piano messo a punto da Carlo Verdelli e bocciato dal cda. “Quel progetto non cambiava la sostanza del problema: cioè la duplicazione dei giornalisti sul medesimo evento, anzi ne aggiungeva altri. Per cui non me la sono sentita di avallare quella riforma”. In conclusione ha detto la sua anche sulla spinosa questione di Fabio Fazio e il mega contratto Rai: “A parte i numeri – risponde la Maggioni – di cui non entriamo nel dettaglio, bisogna guardare più nel complesso il significato dell’operazione che ha dato una diversa identità al primo canale. Fazio ha portato alcuni temi importanti in prima serata a un pubblico più ampio”.

Leggi anche