Uno straziante addio da parte del mondo del cinema italiano e internazionale al grande poeta visionario Ermanno Olmi che si è spento all’età di 86 anni dopo aver combattuto contro una lunga malattia. Proprio questa mattina si sono svolti ad Asiago i funerli del regista che la famiglia ha voluto onorare in forma privata. I funerali si sono svolti questa mattina alla presenza di poche decine di persone, soprattutto familiari più stretti, e, secondo alcuni amici, la sua salma sarà cremata secondo sua stessa volontà. In onore del regista, il sindaco ha voluto indire il lutto cittadino ma non è ancora noto dove verranno tumulate le sue ceneri. Presto toccherà alla famiglia dare notizie ufficiali a riguardo per permettere al pubblico e ai suoi estimatori di dirgli addio visto che al fuerale non ha preso parte nessuno anche se le occasioni, tra mostre e omaggi, non mancheranno nemmeno in futuro. (Hedda Hopper)



LE PAROLE DI PAOLO TAVIANI

La notizia della scomparsa del regista Ermanno Olmi all’età di 86 anni, dopo aver combattuto a lungo una grave malattia, arriva solamente a pochi giorni di distanza da un altro lutto che ha colpito il cinema italiano, ovvero la morte di Vittorio Taviani, avvenuta lo scorso 15 aprile a Roma. E, ricordando non solamente lo sceneggiatore originario di Treviglio (Bergamo) ma anche il fratello, Paolo Taviani ha voluto condividere il suo personale ricordo dei due cineasti, spiegando che il rapporto che intercorreva fra loro tre non era solo di semplice amicizia: “Con Ermanno e Vittorio ci dicevamo ‘Siamo tre fratelli’, anche se venivamo da formazioni culturali diverse”. Inoltre, il più piccolo dei Taviani ha confessato come a lui e Vittorio sia stato sempre “familiare” il cinema di Olmi, ammantato di una religiosità che comunque andava a braccetto col documento, come nel caso de “L’albero degli zoccoli” che, a detta del regista romano, non è solo un capolavoro italiano ma anche mondiale e che “regge benissimo il confronto con le pellicole del dopoguerra”. (agg. R. G. Flore)



ROBERTA TORRE, “INDIMENTICABILE MAESTRO”

Regista, scrittore e sceneggiatore fra i più amati degli ultimi decenni, Ermanno Olmi si è spento oggi all’età di 86 anni. Dal suo estro sono nati capolavori come “Il mestiere delle armi” e “L’albero degli zoccoli”, oltre a un nuovo modo di concepire il cinema. Nelle ultime ore, il mondo dello spettacolo ha omaggiato il grande regista condividendo una serie di aneddoti, ma fra tutti spicca il prezioso ricordo di Roberta Torre, che del noto maestro del cinema conserva le memorie del periodo in cui fu sua allieva. “Ermanno era un grande incantatore. Parlava pacato e dalle sue parole tu immaginavi mondi, restavi seduto per ore ad ascoltarlo e quando ti alzavi eri stato in viaggio”, rivela la regista, che su La Repubblica ha ripercorso tutti i suoi ricordi mettendo nero su bianco le sue emozioni: “Osservare, guardare con lo spirito di un poeta e la meraviglia furiosa di un bambino è quello che Ermanno mi ha insegnato e non ho più potuto scordare – continua Roberta Torre – Grazie Ermanno per quello che mi hai regalato e per quello che mi hai lasciato rubare, indimenticabile Maestro” (Agg. di Fabiola Iuliano)



IL CORDOGLIO DELLA BIENNALE DI VENEZIA

“Piangiamo oggi la perdita di una delle personalità più importanti del cinema e della cultura italiana del dopoguerra”. Il Presidente Paolo Baratta, a nome di tutta La Biennale di Venezia, con il Direttore @AlbertoBarbera2 ricordano commossi Ermanno Olmi”, con questo tweet la Biennale di Venezia ha voluto omaggiare Ermanno Olmi, scomparso nella notte di domenica 6 maggio 2018 all’età di 86 anni dopo aver combattuto contro una brutta malattia. Grande cordoglio sui social anche da parte di tutti i fans del regista bergamasco: “#Ermanno Olmi è morto,un altro grandissimo del cinema e della cultura che se ne va . La terra sia lieve”, “Grazie #Ermanno #Olmi , poeta della #terra e dei sentimenti più autentici dell’anima. Rimarranno i tuoi #film a raccontare la #ricerca di questa parte di esistenza e la #bellezza della #natura autentica, quella dei boschi, dei rivi, dei campi impastati di concreta #umanità”, ““Bisognerebbe andare a scuola di povertà per contenere il disastro che la ricchezza sta producendo”. Ci ha lasciato #ErmannoOlmi . Un cantore di vite semplici ma straordinarie”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ARTE VARIEGATA E IMPREVEDIBILE

Quella di Ermanno Olmi, grande regista scomparso all’età di 86 anni, è stata una vita intensa ma vissuta nel massimo riserbo. E così, restando coerente al suo modo sempre “intimo” ma mai solitario, anche i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, come fa sapere Repubblica.it. Erano gli anni Sessanta quando Olmi fu ribattezzato “cantore della gente comune”. Appellativo nato non a caso e che andava a inserirsi in un panorama cinematografico ancora poco permeabile alla rappresentazione del quotidiano. Con il passare degli anni, la sua arte non è rimasta affatto invariata ma anzi ha coinvolto vari generi, dal racconto all’allegoria, fino alla fiaba. Non sono mancati i documentari ed alcuni corti, fino a passare al suo primo lungometraggio, nel 1959, con Il tempo si è fermato e che non a caso fu inizialmente pensato proprio come documentario. Il suo capolavoro però sarà destinato a restare L’albero degli zoccoli, vincitore della Palma d’oro a Cannes. A caratterizzarlo non solo la recitazione in bergamasco ma anche la presenza di attori non professionisti. Prima degli anni ’80 fu colpito da una malattia invalidante che ebbe come conseguenza un periodo di forte depressione che lo tenne distante per un po’ dalle scene, per poi farvi ritorno nella seconda metà degli anni Ottanta con Lunga vita alla signora!, vincitore del Leone d’Oro. Negli anni 2000 proseguì la sia filmografia ricca di genio ed originalità. Una carriera lunga, la sua, certamente imprevedibile come lui stesso dimostrò di essere, nell’abbracciare stili e generi tra i più variegati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

FUNERALI PRIVATI: “CI HA MOSTRATO LE RADICI D’ITALIA”

Era un personaggio introverso e molto “intimo”, legato alla famiglia e alle sue radici: non è una banalità quanto si è sempre detto di Ermanno Olmi, e non lo è a maggior ragione dopo la sua morte quando si moltiplicheranno (già lo vediamo) le “agiografie” di un grandissimo regista. I figli e la moglie che lo hanno accompagnato in queste ultimi anni di vita hanno spiegato sul profilo Facebook del regista che i funerali di Olmi avverranno lontano da telecamere e “vip”: «Ermanno Olmi è morto. Il grande regista bergamasco, autore di film bellissimi e amatissimi, se n’è andato. Aveva accanto la moglie e i figli. I funerali, come desiderava in linea con una vita piena di affetti e amicizie ma riservata, si svolgeranno in forma strettamente privata». Andrea e Fabio Olmi e Loredana Detto, l’amata moglie e protagonista de “Il posto”, il secondo film di Ermanno, lo hanno assistito e curato nell’amore più intimo e privato possibili in questi giorni. Ora l’annuncio spiacevole e drammatico per i tanti appassionati cineasti e semplice pubblico che negli anni ha imparato a guardare i suoi film con un pizzico di malinconia per quei tempi “che ci hanno preceduto”. Come ha detto il premier Paolo Gentiloni poco fa su Twitter, «Con Ermanno Olmi perdiamo un maestro del cinema e un grande esempio di cultura e di vita. Il suo sguardo incantato ci ha raccontato e fatto capire le radici del nostro paese». (agg. di Niccolò Magnani)

IL CINEMA PERDE UN ALTRO GRANDE PADRE

Lutto nel mondo del cinema: Ermanno Olmi è morto a 87 anni. Il noto regista italiano si è spento nella notte di domenica 6 maggio 2018 all’Ospedale di Asiago. Da tempo l’artista di Bergamo stava combattendo contro una grave malattia ed era ricoverato da venerdì, con le sue condizioni di salute che si sono aggravate repentinamente. Olmi, circondato dalla moglie Elisabetta e dai tre figli Elisabetta, Fabio e Andrea, il regista aveva chiesto di trascorrere le sue ultime ore di vita nella casa di contrada Val Giardini di Asiago ma purtroppo, come riportato da Il Giornale di Vinceza, la morte è sopraggiunta prima che la famiglia e lo staff dell’ospedale potessero organizzare il trasporto ed esaudire così la sua ultima volontà. Un altro lutto che colpisce il mondo cinematografico italiano: lo scorso 15 aprile 2018 si è spento un altro simbolo italiano come Vittorio Taviani a 88 anni, anche lui combatteva contro una brutta malattia.

ERMANNO OLMI E’ MORTO

Regista, sceneggiatore e scrittore, Ermanno Olmi è nato il 24 luglio 1931 a Bergamo ed ha iniziato la sua carriera da regista fin da giovanissimo: decine i documentari girati tra il 1953 e il 1961, un esempio su tutti La diga sul ghiacciaio del 1958. La sua arte è entrata subito nel cuore degli spettatori italiani, che hanno apprezzato l’originalità del suo cinema. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della lunga carriera: tre i film che hanno ottenuto un grandissimo successo. L’albero degli zoccoli (1979) ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes, il Nastro d’Argento e il Premio Cesar; La leggenda del santo bevitore (1989) ha vinto il Leone d’Oro, il David di Donatello e il Nastro d’Argento; Il mestiere delle armi (2001) si è aggiudicato il Globo d’oro, la Grolla d’oro, il Flaiano d’Oro e il David di Donatello. Nel 2008, inoltre, Ermanno Olmi ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera al Festival d’arte cinematografica di Venezia.