Lietta Tornabuoni, su La Stampa, aveva elogiato “Il divo” di Paolo Sorrentino: “Il protagonista Toni Servillo è magnifico; sono perfette Piera Degli Esposti e Anna Bonaiuto. Stupendi gli ambienti: la Camera e il Transatlantico molto ben ricreati, i palazzi del potere. Stupende anche le musiche, mix di Vivaldi, Sibelius, Saint Saens e canzoni sentimentali come ‘E la chiamano estate’ o ‘I migliori anni della nostra vita’ di Renato Zero”. Mentre Maurizio Cabona e Giorgio Carbone avevano sollevato la stessa critica: “Il Divo’ ha un difetto? Toni Servillo imita meno Andreotti e più Oreste Lionello quando imitava Andreotti”, ha Cabona sul Giornale; “Toni Servillo che umilia la sua ormai leggendaria bravura, entrando continuamente in scena con una truccatura che non lo fa sembrare Andreotti, ma semmai la caricatura di Andreotti che Oreste Lionello fa da trent’anni al Bagaglino”, era il commento di Carbone, su Libero. Ricordiamo che “Il divo”, clicca qui per vedere il trailer, andrà in onda sul Nove a partire delle 21.15 ma sarà possibile vederlo anche sintonizzando i propri dispositivi mobile a dPlay, cliccando qui.



CURIOSITÀ SULLA REALIZZAZIONE DEL FILM E IL CAST

La pellicola Il divo è stata diretta da, scritta e sceneggiata da Paolo Sorrentino mentre la produzione è stata firmata da Nicola Giuliano e Andrea Occhipinti. Le case di produzione che hanno fatto parte del progetto sono Indigo Film e StudioCanal con il contributo del MiBACT e del Film Commission Regione Campania in collaborazione con Sky Cinema, Arte France Cinema e Eurimages. Napoletano del Vomero, Paolo Sorrentino ha percorso diverse strade nel mondo del cinema, rivelandosi al mondo con ‘La grande bellezza’, film che ha, tra i mille premi ricevuti, messo in bacheca anche un Oscar come miglior film straniero dopo quindici anni da ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni. Ma è proprio ‘Il divo’, precedente di alcuni anni, uscito nelle sale nel 2008, a donare a Sorrentino il successo pieno, seguito poi dall’ottimo ‘This must be the place’, forse il film migliore del regista per la sua attenzione alla profondità di un personaggio esaltato dalla bravura di Sean Penn. Ne ‘Il divo’ il protagonista principale è Toni Servillo, attore amato ed esaltato proprio dal regista napoletano con il quale ha girato diversi film, attore amato anche da Mario Martone, due mentori alla cinepresa di grande talento. Andreotti definì il film una “mascalzonata”, ma non sporse querele o chiese alcuna forma di censura. 



NEL CAST TONI SERVILLO

Il divo, il film in onda su Canale Nove oggi, lunedì 7 maggio 2018 alle ore 21.25. La coppia Sorrentino/Servillo torna a far parte del palinsesto televisivo con la pellicola ‘Il divo’, una biografia filtrata attraverso gli occhi di Paolo Sorrentino del senatore più discusso, amato, odiato, indagato, denunciato, assolto della storia della Repubblica Italiana del dopoguerra, Giulio Andreotti. Nessun giudizio, solo la storia di un uomo che comunque ha sottolineato la storia italiana dal post-fascismo sino al crollo di un Castello in cui corruzione e clientelismo, mafie e poteri occulti hanno determinato, nel bene machiavelliano e nel male, le sorti dell’Italia moderna, dal boom economico sino a Mani Pulite. Quindi la biografia espressa ne ‘Il divo’ si conclude negli anni ’90 quando il sipario calato dal pool milanese e dalle indagini in tutto il territorio, determinano la fine di una classe dirigente in cui Andreotti è stato protagonista assoluto. Ne ‘Il divo’ il protagonista principale è interpretato da Toni Servillo, attore amato ed esaltato proprio dal regista napoletano con il quale ha girato diversi film, attore amato anche da Mario Martone, due mentori alla cinepresa di grande talento. Ma ecco nel dettaglio la trama del film.



IL DIVO, LA TRAMA DEL FILM

Il film si concentra su due anni specifici dell’attività politica di Giulio Andreotti, quelli che vanno dal 1991 e il 1993, cioè dall’insediamento del suo settimo governo ufficiale e l’inizio del processo di Palermo in cui il Senatore per eccellenza della Prima Repubblica fu indagato per attività collusive con la mafia siciliana, quella dei vertici massimi, la mafia dei Salvo Lima e della Cupola corleonese e in quel processo si allude a possibili coinvolgimenti di Andreotti nell’impedire il corretto decorso del pool antimafia di Paolo Borsellno, di Falcone. Andreotti fu una sorta di burattinaio occulto alle spalle dell’Italia ‘ufficiale’? Esisteva un’Italia ufficiosa nella quale i governi Andreotti manovravano sottobanco assieme ai poteri criminali, ai servizi segreti distorti e deviati, alla CIA americana? Andreotti, con fare in ogni caso estremamente machiavelliano, quindi nel pieno del fine che giustifica i mezzi, nelle sue attività occulte salvò davvero l’Italia dal comunismo o la condusse nel pericoloso gioco dello scambio di voti, della corruzione, della schiavitù nei confronti dei poteri mafiosi di ogni tipo? Sicuramente il Senatore fu personaggio contorto ma abile stratega, figlio della Democrazia Cristiana nata nei valori partigiani e cattolici ma anche collusa nelle peggiori inchieste di quella Repubblica, come la morte dell’amato Aldo Moro, del Generale dalla Chiesa, la DC dei Pomicino, De Mita, Ciarrapico. Tra altissime tensioni in Parlamento, denunce, inchieste, momenti di solitudine e di riflessione di un uomo schivo e difficile da penetrare nella sua sfera emotiva, ‘Il divo’ ci regala una serata ancora una volta al centro della quale c’è un paese che merita molto più di ciò che ha ricevuto dalla sua classe politica, la nostra Italia ferita e disillusa.