Sono trascorsi quasi due anni dalla terribile morte di Sara Di Pietrantonio, la ragazza di 22 anni strangolata e bruciata dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano. Un delitto premeditato, agli occhi dell’accusa e dei giudici che hanno condannato la guardia giurata all’ergastolo. Questa sera, martedì 8 maggio 2018, Il Terzo Indizio ripercorrerà gli ultimi giorni di vita di Sara Di Pietrantonio grazie alla prima puntata dell’edizione di quest’anno e alla nota tecnica della docufiction. Importante infatti la data di oggi, che vedrà Paduano di nuovo dietro il banco degli imputati per affrontare la sentenza d’Appello. La certezza della madre di Sara è che ci sia una grossa fetta di verità ancora da scoprire in questo orrendo delitto. Concetta Raccuia infatti, sottolinea La Repubblica, ha visto sempre nel gesto di Paduano di dare fuoco alla ragazza una sorta di relazione con un particolare episodio della vita della vittima. Prima che Sara e Vincenzo di lasciassero, la 22enne aveva infatti richiesto al fidanzato di scriverle sul muro della camera il ritornello della canzone di Ligabue dal titolo Piccola stella senza cielo, dove è presente la frase “ti brucerai”. A questo particolare si aggiunge inoltre il fatto che presto la ragazza avrebbe interpretato la regina del fuoco in un saggio di ballo, dove si sarebbe esibita con due ragazzi affascinanti. Paduano, da sempre geloso della fidanzata, potrebbe aver scelto di bruciare Sara anche per questo, secondo la madre della vittima.
Il rapporto tra Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano
L’omicidio di Sara Di Pietrantonio ha sconvolto l’opinione pubblica per la dinamica con cui è stata uccisa la ragazza di 22 anni. Era la fine del maggio del 2016 a Roma, quando in via della Magliana alcuni testimoni hanno visto un’auto avvolta dalle fiamme e a breve distanza il corpo della ragazza, quasi del tutto carbonizzato. Una vicenda che ha attirato l’attenzione pubblica nell’immediato e che ha spinto gli inquirenti a indagare con velocità su cosa potesse essere accaduto. Trascorreranno infatti poche ore prima che la Polizia risalga al nome di Vincenzo Paduano, una guardia giurata ed ex fidanzato della vittima, che diventa subito il principale sospettato. Il quadro sembra chiaro, a partire dal rapporto di ossessione morbosa che il ragazzo aveva avuto con la vittima e motivo che aveva spinto quest’ultima a lasciarlo. A scatenare la furia omicida, scrive Il Messaggero, l’entrata nella vita di Sara del nuovo fidanzato Alessandro e la nota gelosia della guardia giurata. Secondo i giudici, Paduano infatti non avrebbe seguito la vittima solo la sera dell’omicidio, dato che in diverse occasioni l’avrebbe minacciata via social e messaggi di testo, oltre a telefonate registrate fra gli atti del processo. Lo dimostrano anche i percorsi registrati dal GPS che Paduano ha fatto nell’ultima settimana prima dell’omicidio, motivo che lo avrebbe spinto tra l’altro a dare fuoco all’auto di Alessandro.
L’interrogatorio di Vincenzo Paduano
Vincenzo Paduano non ha confessato subito di aver ucciso l’ex fidanzata Sara Di Pietrantonio. Anche se gli inquirenti hanno individuato subito nella guardia giurata il principale sospettato del delitto, in una prima fase il ragazzo ha sottolineato più volte di non ricordare nulla di quanto avvenuto quella notte. Gli unici momenti di cui aveva memoria anche al momento dell’interrogatorio riguardano gli istanti precedenti all’incontro con Sara. Nel documento ufficiale trasmesso da Quarto Grado, Paduano affronta infatti fra le lacrime le domande del pm ribadendo più volte di temere di essere un mostro e di non ricordare nulla. Sapeva infatti che il corpo di Sara è stata dato in pasto alle fiamme solo perché gli sono state mostrate le fotografie. Solo in un secondo momento ricorda di aver aspettato la vittima in via della Magliana, dopo averla vista in compagnia del nuovo fidanzato. Riferisce però di aver portato con sé l’alcool solo per spaventare la ragazza e non per ucciderla, come invece accaduto in seguito a una forte lite che i due hanno avuto subito dopo. Clicca qui per vedere la clip dell’interrogatorio a Vincenzo Paduano. Diversa invece la visione del gup Gaspare Sturzo, che ha assegnato al ragazzo il massimo della pena prevista. Ergastolo per la dinamica del delitto, barbara e violenta, per via della premeditazione e le aggravanti di minorata difesa e futili motivi. Senza considerare la distruzione di cadavere e lo stalking fatto prima del delitto, come sottolinea Vanity Fair.