“È cambiata la musica, ma non i suonatori”; oppure: “Non è che sia proprio musica per le nostre orecchie”; o forse ancora: “Gira che ti rigira, sempre la stessa musica!”; o invece al contrario: “Finalmente! Da oggi si cambia musica!”. Chissà cosa avranno pensato i responsabili della Triplice (come si chiamava un tempo), ovverosia le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, dell’umidiccio (per il clima, s’intende) concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma.



Dicessimo che il concerto ha provocato sconcerto in qualche allucinato spettatore televisivo, crediamo che non ci allontaneremmo troppo dalla realtà. Eppure, le condizioni per “spaccare” c’erano tutte. A cominciare dal parterre de roi, gli ospiti alternativi che sul palco si sono alternati fino a notte fonda. Gente del calibro di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Rolling Stones… Ma che dite??? Nooo, molto di più! Artisti unici di chiara e riconosciuta fama. Vogliamo snocciolare qualche nome, così per ripassare i brividi provati nella diretta? Sfera Ebbasta (il rapper chiamato così perché ha un raggio d’azione limitato e gira sempre attorno alle solite parolacce), Cosmo, Canova, Calibro 35, The Zen Circus, I Ministri, Ultimo, Gazzelle, Achille Lauro e Boss Doms, Maria Antonietta, Galeffi, Wrongonyou, John De Leo, Dardust ft. Joan Thiele, Mirkoeilcane, Eccetera eccetera… “Anche gli Eccetera eccetera?” No, cari lettori, non confondetevi: quest’ultima non è una band, ma un semplice modo di dire.



Comunque un po’ ce li immaginiamo, quelli della Triplice… Appassionati alla vita, al sindacato e, ovviamente, alla musica. Chissà che gusti avranno. Magari Susanna Camusso (Cgil) proverebbe volentieri a rappare il pezzo “Friggi le polpette nella m***a” insieme al grande Willy Peyote (che, fosse per lui, due funghetti nelle polpette non guasterebbero, anzi); e forse Annamaria Furlan (Cisl) si cimenterebbe con ardore nel tutt’altro che semplice (soprattutto per la quantità di parole profuse a mitraglia) “Horror Vacui” dell’esplosivo Nitro; senza sottovalutare le qualità canore di Carmelo Barbagallo (Uil), che con il più orecchiabile “Floppino” del laicissimo Frah Quintale ci andrebbe a nozze.



Ma il vero mattatore del concertone è stato Lodo Guenzi, il frontman della band “Lo Stato Sociale”, arrivata seconda all’ultimo Festival di Sanremo. Lodo ha aperto la kermesse esibendosi in una versione ritoccata della canzone “Mi sono rotto il c***o”. Il brano – che, come si evince chiaramente dal titolo, è un esempio perfetto di indie rock del genere rock uro (rock urologico), caratterizzato da testi reiteratamente monotoni e brevi (in gergo, testicoli) degni di minzione – ha suscitato un vespasiano di polemiche.

Lodo, con il brano suddetto, se l’è presa con alcuni politici, rei di portare fin dalla nascita nomi troppo lunghi, come Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giacinto della Cananea e Luca Cordero di Montezemolo: ma gli ultimi due, quando mai si sono presentati alle elezioni? E con quale partito? Dieci e Lodo a chi ci capisce qualcosa! Sia quel che sia, il… “cantore del c***o” li ha invitati a tagliare prima i loro cognomi e poi i vitalizi.

Scontato che questo lodevole intento arrivi da uno che si è tagliato il nome da Lodovico in Lodo, accorciandolo come i tassi di crescita del nostro Pil…

E poi, per quale scontato motivo cantare una canzone e adattarla alla politica? Lodo avrebbe potuto, visto il contesto, dedicarla al mondo del lavoro. Non avrebbe stonato un bel “Mi sono rotto il callo”, a sottolineare la fatica di muratori e carpentieri; oppure “Mi sono rotto il collo”, per solidarietà con gli artisti circensi, in particolare trapezisti ed equilibristi, che tutti i giorni rischiano la vita appesi a un filo; ma anche un “Mi sono rotto il cono” avrebbe plasticamente evidenziato che il business di un gelataio può sciogliersi all’improvviso come neve al sole: la crisi, che s’annida nell’ombra, incombe anche lì; e l’oscuro lavoro dei contadini che raccolgono e trasportano frutta e verdura non avrebbe meritato un significativo “Mi sono rotto il carro”?

Ma tant’è: il personaggio e la band sono fatti così. Le cronache, per esempio, raccontano di come, durante uno dei primi concerti, Lodo Guenzi e gli altri componenti de “Lo Stato Sociale” abbiano organizzato… un’estrazione della tombola! “Ci siamo detti: facciamo qualcosa di veramente alternativo, tipo un concerto senza parole e senza musica”.

Geniale e assai “Lodevole”! Anzi, in occasione del prossimo concerto del Primo Maggio, consigliamo a Lodo di salire sul palco e di stupire gli astanti urlanti con queste parole: “L’anno scorso ho cantato “Mi sono rotto il c***o. Quest’anno non canto e non rappo, e chiudo la felice parentesi del rock uro con un altro pezzo di vero rock uro. Perciò, da questo momento… Cesso!“.