Seconda puntata per Cavalli di battaglia, lo show di Gigi Proietti che mette in musica le atmosfere trilussiane. Tra il musical e il teatro canzone, Proietti è più vicino al secondo. Sia chiaro: Milano, qui, c’entra poco e niente; è Roma la protagonista. Vedi Brignano: il dialetto è la sua croce e delizia. Però gioca in casa, e non solo perché Proietti è un capitolino. Il punto di forza è l’universalità dei temi: fare un prelievo non piace proprio a nessuno. Sarà che “prelievo” è sinonimo di “salasso”, e la banca è un po’ come l’ospedale. Innumerevoli le contraddizioni: in filiale non si entra col denaro. “Le monete sono pericolosissime”. Basti pensare alla fine di Craxi… “Il direttore lo riconosci dal calzino in tinta con la cravatta”. “Quanti movimenti ha fatto?”. Il comico inizia: “Allora: sono entrato, ho posato la giacca…”.
NERI (PER CASO)
L’attrice Bianca Guaccero ci canta una canzone. Ossimoro: un’attrice che canta non s’è mai sentita. Eppure succede, ed è un’esperienza più unica che rara. Anche Marcorè s’improvvisa interprete. Ma… quelli sono i Neri per caso? Non proprio, però ci assomigliano: sono i Neri di Neri Marcorè, il suo coro per l’occasione. Renzo Arbore indossa la toga nello sketch che segue. L’imputato, Gigi Proietti: “C’eravamo tanto amati / non ricordo come fu…”. E se non ricorda è un bel problema. Ma lo sforzo di memoria dà i suoi frutti, e le canzoni – si sa –sono più facili da portare alla mente. Infine parte la musica di Ma la notte no: no, la notte assolutamente no. Arbore non la vuole fare: “Oh, è una persecuzione!”. Però c’è il tempo – la voglia – di accennare una strofa: “Ci vediamo più tardi!”. Al suo posto ancora Marcorè: “Se la mucca fa ‘mu’, perché il merlo non fa ‘me’?”. Dilemma degno di Alberto Angela.
TORTORA E NON SOLO
Subito il duetto con Proietti e il Maestro al pianoforte. Com’è che faceva, quella canzone? “Metti che ti presenti a una ragazza / e le dici / ‘suono il clarinetto’…”. È un po’ spiazzante, sentire su Rai 1 una canzone sui doppi sensi. Ammiccante anche la storia di Proietti: “Ricordo un cantante francese con la sigaretta, tutto compiaciuto e molto ‘piacionico’”. Come? “Piacionico” sarebbe una crasi tra “piacione” e “laconico”. Così lo chansonnier intona Nonmerompercà, rigorosamente tutto d’un pezzo. Max Tortora è mediamente migliore. Il suo cavallo è in buona salute, nonostante gli anni passati. Con lui si gioca ancora col non detto e i doppi sensi. Neanche troppo doppi: il senso è uno e inequivocabile. Lillo e Greg sono inqualificabili. Dopo l’errore-orrore di Domenica In, la loro ironia ha perso qualsivoglia appeal. Il pubblico è concorde: le risate sono poche e sporadiche. Quale sarebbe, esattamente, il loro cavallo di battaglia? È presto detto: si tratta di una canzone alquanto cringe. Ragazzi, questo è un appello: lo scherzo “puzza”/”è basso”/”è grasso” è scaduto ai tempi delle elementari.