Albano Carrisi è figlio di un’epoca. La stessa epoca di crisi, carestie e guerre modiali, quegli anni Quaranta tumultuosi e iconici che hanno scandito lo scorso secolo. Madre Mia comincia da Cellino San Marco, la Verona del Sud con i suoi Romeo e Giulietta. Sono Carmelo e Jolanda, genitori di Al Bano: “Mio padre e mia madre erano vicini di casa. Gli Ottino, negli anni Venti, erano contadini”. Un po’ come tutti; Carrisi compresi. Però Jolanda cantava: Al Bano è figlio d’arte. “La zona della fontana era praticamente magica. Il primo incontro avvenne lì”. Come fu, nel dettaglio? “Papà inviò una lettera. Jolanda era ‘acculturata’, dunque sapeva scrivere”. I presupposti c’erano: “Il sentimento era profondissimo”. La famosa “fusciuta” destò scandalo in paese; Jolanda e Carmelo vennero tacciati di disonore.
IL DRAMMA DELLA GUERRA
“Mio padre non voleva partire. Era innamorato, e poi odiava la guerra”. Però dovette: “Rimase in Albania per circa 3 anni. Quando c’era da sparare, lui non sparava. Non se la sentiva, erano ragazzi come lui”. Gli albanesi e i pugliesi sono cugini alla lontana. “La Puglia è terra di coloni”, ricorda Pino Aprile. Carmelo sposò Jolanda approfittando del congedo. Poi la fuitina: “Partirono in bicicletta alla volta dell’ignoto. La cosa più importante, per mia madre, era coronare il suo sogno d’amore”. Ma le strade non erano del tutto “ignote”: l’amore è un percorso certo. Galeotta fu zia Cosimina, che diede ospitalità ai due fuggitivi. “Dopo la luna di miele fu officiato il matrimonio”. Infine Carmelo ripartì: “Jolanda visse a casa dei suoceri. La famiglia la ripudiò”.
L’EMIGRAZIONE
Il lasciapassare di Albano è una vecchia radio a valvola: “Tutto iniziò da questa. Ci ascoltavo Sanremo, Modugno era il mio idolo”. La storia di Mimì è simile alla sua: entrambi pugliesi, sono l’emblema dell’emigrato che ce l’ha fatta. “Il Meridione è ricco di potenzialità e povero di futuro”. Si accoda Michele Placido: “Con Al Bano ho seguito le sue tracce”. Jolanda, inizialmente, non era d’accordo: “Avrebbe voluto un figlio colto, ma io ero troppo preso dalla musica. Dovevo fare il maestro di scuola”. In effetti era autodidatta, almeno in fatto di arte. “Partii per Milano che ero giovanissimo. La mia è una storia come tante altre: feci di tutto pur di emigrare, pur di realizzare un sogno. Ricordo questi treni tristissimi: arrivavano vuoti dal Nord; partivano pieni dal Sud”. Una cosa è certa: da buon contadino, Al Bano ha radici solidissime.