State anche voi, come noi, aspettando giovedì 14, giorno d’inizio dei Mondiali di calcio in Russia? Temiamo di sì, purtroppo… Come “purtroppo”? Un mese di pallone a gogò, divano, birra e patatine (noccioline, olive, pizza, salatini: qualsiasi cosa si accompagni alla birra non è illegale), e dite “purtroppo”?
Cari frettolosi lettori, lasciateci portare a termine il pensiero (già ne abbiamo pochi): giovedì 14 iniziano i Mondiali di calcio russi, e purtroppo senza la Nazionale azzurra. Una tragedia evitata per più di 50 anni e davanti alla quale siamo ancora increduli.
L’ordine degli psicologi segnala un incremento di terapie psicanalitiche in tutto il Paese e già si parla di “sindrome di Schillaci”. Ve lo ricordate, vero, Totò a Italia ’90? Entrava in campo, e segnava; giocava dall’inizio, e segnava; non toccava il pallone e segnava uguale. E dopo ogni rete, quella sfrenata corsa, con gli occhi sbarrati, pazzo di gioia. Perciò non ci si arrende: quanti di voi si sono ritrovati a consultare freneticamente il calendario di Russia 2018, senza scorgervi traccia alcuna di azzurro? Neanche contro Panama? E nemmeno contro il Costa Rica? I sintomi della “sindrome di Schillaci” sono conclamati: inappetenza, deficit cognitivo, afasia, perdita di coscienza transitoria, appiattimento emozionale, ma soprattutti occhi spiritati ed evidente carenza di… calcio. Segnali che inducono moglie, figli (se non tifosi), amici, vicini di casa e colleghi a chiamare allarmati il 118.
Ma se, purtroppo per noi, gli azzurri ci mancano, in Russia tutto procede come dovuto. L’attesa è addirittura febbrile, contagiosa: non si parla d’altro, ovviamente, e dell’Italia riescono a farne tranquillamente a meno.
Dici Mondiali e pensi soprattutto ai giovani: secondo un recente sondaggio, condotto tra 900mila maturandi delle scuole superiori di tutta la Russia, alla domanda “Chi erano i fratelli Karamazov?”, solo il 3,5% ha correttamente risposto “i protagonisti di un celebre romanzo di Fedor Dostoevskij”; il restante 96,5% si è, più o meno equamente, diviso tra due affermazioni: “Erano i gemelli del gol della favolosa Cska di Mosca, sigla che sta per Calcistica Società Karamazov Attaccanti” oppure “Erano il vice-presidente e il general manager della mitica Torpedo Mosca degli anni 60 e 70, due solerti e capaci dirigenti, sempre i primi a salire e gli ultimi a scendere dal mitico “torpedone” (la grande Torpedo era infatti soprannominata Torpedona) che accompagnavano la squadra nelle tremende trasferte in Siberia e in Kamchatka”.
Studenti a parte, tutto è ormai pronto per il calcio d’inizio. La sicurezza del torneo – a sorpresa – non è stata affidata al KGB (che, lo ricordiamo per inciso ai maturandi nostri e russi, non è una società di guardie giurate guidate dai fratelli Karamazov), bensì ai mitici cosacchi, pur sempre truppe scelte. Così efficienti da essere riusciti a sventare un ingente traffico clandestino di grandi… icone del calcio mondiale, da Messi a Ronaldo, da Neymar a Iniesta.
A difesa degli stadi, invece, verranno schierati i Cosacchi del Don (abilissimi a entrare in azione al secondo, e convenzionale, rintocco di campana, quello dopo il din), i Cosacchi Siberiani (famosi per la loro spietata freddezza), i Cosacchi del Volga (il cui motto è: “Con noi è una certezza che la situazione Volga per il meglio”) e i Cosacchi dell’Astrachan (riconoscibili per il caratteristico pellicciotto che indossano anche d’estate). A sostituire la Croce Rossa, infine, ci penseranno i Cosacchi dell’Amur, dal momento che il loro pacifissimo motto è: “Noi andiamo d’Amur e d’accurd con tutti”.
Tutti i militari cosacchi saranno agli ordini diretti del presidente Putin. Il quale, in un primo tempo (il gergo calcistico è d’uopo!), aveva deciso non solo di dare il calcio d’inizio a tutte le partite del Mondiale, ma addirittura di giocare titolare fisso nell’undici russo. A fatica, e solo in un secondo tempo (qualcuno dice addirittura ai supplementari), i suoi consiglieri sono riusciti a convincerlo come la tribuna d’onore, accanto agli altri Capi di Stato, dia maggiore visibilità. Putin alla fine ha ceduto, pretendendo l’allestimento di un tatami, per poter sfidare chicchesia a judo, il suo sport preferito.
A proposito di organizzazione, i nostri informatori ci hanno informato (altrimenti che informatori sarebbero se non informassero?) che le bottigliette a disposizione dei giocatori a bordo campo, anzichè i classici integratori, conterranno della vodka ghiacciata. Qualcuno ha preconizzato che, proprio per questo motivo, saranno i Mondiali con il maggior numero di ubriacanti serpentine, andature caracollanti e dribbling zigzaganti.
A preoccupare, però, sarà l’obbligo, stabilito da un decreto dell’immancabile Putin, del carattere cirillico, allo stadio (cartellonistica pubblicitaria) e in tv (scritte in sovrimpressione). I più allarmati sono i telecronisti, capeggiati da quelli italiani. I colleghi di Mediaset, emittente che trasmetterà per la prima volta tutte le partite del torneo iridato, stanno frequentando un corso accelerato di cirillico in braille presso la scuola elementare russa Anton… Cechov. E nei corridoi si sente spesso Sandro Piccinini urlare: “Incredibile!”… “Brivido!”… “Non va!”. Che si riferisca alla sua (pessima, immaginiamo) pronuncia della lingua russa? Staremo a vedere!