A sedici anni di distanza dalla terribile morte del piccolo Samuele, il Delitto di Cogne viene ricordato dal popolo italiano come una delle pagine più afferate della cronaca del nostro Paese. Al centro della vicenda la figura di Annamaria Franzoni, la madre del piccolo di sei anni e condannata in via definitiva per l’omicidio del bambino. Oggi agli arresti domiciliari, la Franzoni può finalmente potersi occupare della sua famiglia, del marito che non ha mai smesso di credere in lei e degli altri due figli avuti dalla coppia, Davide e Gioele. Il Delitto di Cogne verrà ripercorso inoltre da Delitti, il programma di Tv8 nella terza serata di oggi, sabato 16 giugno 2018, a partire dalle 00:15. Di quella terribile mattina, si ricorderanno non solo le parole disperate della Franzoni, mentre avvisa il 118 del presunto malore che ha colpito il piccolo Samuele, ma anche le tante lacrime che la donna ha versato nelle molteplici interviste rilasciate ai programmi televisivi. Il 30 gennaio del 2002, Annamaria Franzoni riferisce infatti ai soccorsi che il figlio sta vomitando sangue, non spiegandone tuttavia il motivo. All’arrivo dei medici, spiega Il Corriere della Sera, la scena a cui si troveranno di fronte sarà molto chiara: Samuele è stato colpito alla testa diverse volte e alle mani. Nonostante l’intervento immediato dei soccorsi, il 118 non potrà fare altro che dichiarare il piccolo già morto.



IL RITORNO IN LIBERTÀ DI ANNAMARIA FRANZONI

Scontata la sua pena, Annamaria Franzoni è ritornata in libertà e dalla sua famiglia, dopo aver scontato la condanna per aver ucciso il figlio Samuele. La donna tuttavia verrà ricordata dall’opinione pubblica come l’autrice del Delitto di Cogne, nonostante non abbia mai smesso di dichiararsi innocente. Ad incastrare la Franzoni sono stati invece diversi elementi in mano agli inquirenti, a partire dal breve lasso di tempo che non avrebbe permesso ad un estraneo e malintenzionato, individuato dalla donna come il vero responsabile, di entrare in casa, uccidere Samuele e fuggire ancora una volta dalla villetta dei Franzoni. Senza considerare le tracce rilevate sul pigiama della madre di Samuele e sulle scarpe, che secondo l’accusa la donna indossava al momento dell’omicidio. Fra gli elementi a sfavore della Franzoni anche una particolare telefonata avuta alcuni mesi dopo la tragedia con un’amica. Nel corso della conversazione, spiega Linea Gialla, la donna potrebbe infatti essersi tradita e smascherata da sola. “Oggi sono andata una passeggiata. E’ che non ce la facevo più a rimanere in casa”, riferisce all’amica parlando di come non riuscisse ancora a realizzare che il figlio fosse morto. “Poi tutto d’un tratto mi ritorna in mente Samuele. Ma che cosa mi succede, cosa gli è successo. Perché non è qui con me? L’ho lasciato lassù da solo?”. Una conversazione avvenuta solo 4 mesi dopo quella mattina del 2002 e dovuta alla richiesta della Franzoni che l’amica rilasciasse una dichiarazione alla stampa.

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