A Ora o mai più, Alessandro Canino si riscatta. Da Brutta a Diavolo in me il passo è breve. Be’, non proprio: di anni ne sono passati. “Gloria nell’alto dei cieli / ma non c’è pace quaggiù”. Di certo c’è lo zampino della Bertè: “L’ha cambiato. Vuoi vedere che il timido si trasforma?”. Nessuna evoluzione, invece, per l'”infantile” Valeria Rossi: “Non mi piace, sembra una bambina”. A parlare è Marcella: “Non voglio fare la figura della buonista”. La scelta del brano non è tra le più azzeccate. “Questa sera canto La notte, Arisa”. Perché? “C’è un aneddoto curioso che ci lega. Quando apparse tutti credevano che fossi io… sotto mentite spoglie”. Sentire la Berti cantare Arisa è un’esperienza impareggiabile. Subito la gaffe: dimentica le parole e le salta a piè pari. Masini: “Michele, cos’hai fatto col microfono?”. Quello che Zarrillo fa si chiama “campanella”, e consiste nell’agitarlo su e giù. “Lo fanno tutti, sia in Italia che all’estero. Non è colpa mia se non sei informato”. Calma, ragazzi! [agg. di Rossella Pastore]



SECONDA PUNTATA

Ora o mai più è molto uno show, poco un talent. Non che i talenti scarseggino: il format vira sul varietà, e il coaching è tale solo sulla carta. Il rapporto tra allievi e maestri si riduce a qualche duetto, unica innovazione rispetto a Music FarmFrancesca Alotta ne sa qualcosa: sarà per questo che subentra alla Milani. Di certo però, il vantaggio competitivo non è determinante. Sic Bertè: “Diamole tempo, deve ancora ambientarsi”. Se “ambientarsi” significa far come gli altri, meglio limitarsi alle stonature inedite. Red Canzian parla di Uomini soli, che “è fatta per essere cantata in quattro”. E allora perché il duetto? Con Armani, peraltro, non proprio una griffe del mondo della musica. “Marco è andato su con la voce”, dice Masini. Se questo si chiama andare “su”, Patty Pravo è Céline Dion. Lisa e Marco Masini fanno leggermente meglio: “Lei ha bisogno di emozionarsi, solo così può far bene”. “Far bene”, qui, vuol dire emozionare di rimando. Ci vorrebbe il mare è la canzone scelta per la vincitrice. Di certo un brano suggestivo, esistenziale, banale. Però la voce c’è e si sente. Anche troppo: basta urlare!



Massimo Di Cataldo ha cinquant’anni, e vale la pena ribadirlo. “Quanti ne avevi nel ’96?”. Imbarazzo generale: “Ehm sono del ’68, facciamo prima”. Segue cover de Il mondo con annessa standing ovation. Bello l’arrangiamento: l’orchestra fa un ottimo lavoro. Proprio come la Pravo: il suo contributo dura tre secondi, ma tanto basta per (con)vincere. Zarrillo e Alessandra dei Jalisse impreziosiscono L’essenziale. Incredibile come una voce faccia la differenza; in confronto, Mengoni la canta peggio. Fabio però parte malissimo: “Ha esitato un po’”, commentano cauti in giuria. Marco Armani fa una discreta cover di Pino Daniele. A tratti sembra un’imitazione: con Daniele condivide il tono “basso”. Lo dice bene Leali: “C’è una similitudine nella timbrica”. Bertè dà addirittura 9: “Mi avete fatto vivere un’emozione”.



Ancora Bertè: “Brutta è una canzone brutta”. Chissà se il suo allievo è d’accordo “Non lo rappresenta minimamente”. Non che Canino sia una bellezza; probabilmente si riferisce al carattere. Stefano Sani è un completo disastro. Colpa di Marcella, che per lui sceglie Regalo mio più grande. Sani e Bella che cantano Tiziano Ferro fanno solo ridere. E poi vanno fuori tempo. Per tutto il tempo: fischi dal pubblico. Quale Lisa cantava, Sani? Quella che se n’è andata o quella dagli occhi blu? Zucchero (nella clip): “Magari ne arriverà un’altra che farà fortuna”. Profetico: quella Lisa è arrivata in carne e ossa. Ed ha vinto la seconta puntata.

Alla fine della seconda puntata, la classifica è così composta: Valeria Rossi 71, Massimo Di Cataldo e Jalisse 78, Stefano Sani 76, Alessandro Canino 83, Francesca Alotta 81, Marco Armani 82, Lisa 85.