Sul palco della serata di beneficenza condotta da Carlo Conti ad Assisi, Con il cuore nel nome di Francesco, arrivano anche Ermal Meta e Fabrizio Moro che si esibiscono nella loro nota “Non mi avete fatto niente”. Grandi emozioni per il pubblico presente e soprattutto per i bambini e i ragazzi che li attorniano nel corso della loro esibizione. In un’intervista rilasciata a Billiboard, Ermal Meta ha spiegato il senso di questa bellissima e profonda canzone: “Siamo senza difese, non ne abbiamo bisogno perché per quanto cerchiamo di trincerarci dietro degli scudi non riusciamo comunque a diventare impermeabili alle emozioni. Non possiamo liberarci di quello che proviamo perché sono i sentimenti che ci definiscono.” Ermal Meta inoltre svela che la collaborazione con Fabrizio non si fermerà qui: “Stiamo scrivendo nuove cose”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
IL RINGRAZIAMENTO DI ERMAL META
“Roma è sempre Roma”. Ringrazia così Ermal Meta l’amico e collega Fabrizio Moro per l’ultimo concerto che li hanno visti sul palco capitolino lo scorso sabato. I due artisti sono stati impegnati allo stadio Olimpico con la loro Non mi avete fatto niente, la canzone che ha permesso la vittoria del duo al Festival di Sanremo e che ha aperto le porte dell’Eurovision Song Contest che si è svolto a Lisbona. Un sodalizio importante quello fra Meta e Moro e non solo per il brano dal testo altamente impegnato che hanno voluto concentrare sul tema attuale della guerra, ma anche perché ha permesso ai due artisti di trasmettere il loro messaggio con forza a milioni di fan sparsi in tutto il mondo. Ermal Meta e Fabrizio Moro saranno di nuovo l’uno al fianco dell’altro per Con il cuore nel nome di Francesco, il concerto benefico a sostegno dei poveri di tutto il mondo che Rai 1 trasmetterà nella sua prima serata di oggi, martedì 19 giugno 2018. Uno step importante per i due cantanti, che ancora una volta potranno salire sul palco per fare un’azione significativa che rispecchi in tutto e per tutto il loro brano sanremese. “Non mi rendo ancora bene conto dell’emozione che mi darà questa serata”, ha sottolineato invece Moro in occasione del suo debutto allo Stadio Olimpico. Una prima volta per il cantautore, che ha potuto rivivere tanti ricordi del suo passato che riguardano la curva sud, i concerti di Vasco Rossi e di Ligabue. “Sono ancora arrabbiato, ma mi sono disinnamorato della politica”, ha svelato invece a Vanity Fair parlando degli anni precedenti al successo sanremese. Anni in cui i suoi testi erano pieni di rabbia, di quel senso di rivalsa verso un sistema spesso sbagliato. “Sono diventato una persona più equilibrata”, ha aggiunto, “grazie all’amore delle persone che hanno creduto in me e dei miei figli”.
IL SOGNO DELLA PICCOLA SERENA
Un volo al fianco di Ermal Meta: il sogno della piccola Serena, una ragazzina di 11 anni, si è realizzato di recente grazie ad una breve tratta in aereo. A bordo ha trovato infatti il suo idolo, con cui si è ritrovata a condividere lo spazio. Seduti vicini, Meta ha parlato a lungo con questa sua giovane ammiratrice, facendo qualche quiz e anche le tabelline. “Mi ha chiesto una foto, ma aveva il cellulare scarico”, rivela l’artista sul suo profilo Facebook, mantenendo così la parola data alla piccola Serena e mostrando il loro scatto a tutti gli ammiratori. “È stato uno dei voli più divertenti di sempre”, ha aggiunto poi prima di dare un abbraccio a Serena e ricordarle “il trucco che ti ho insegnato per essere imbattibile alle tabelline”. Clicca qui per vedere il post di Ermal Meta. Per Fabrizio Moro invece gli ultimi due mesi sono stati importanti sotto molti punti di vista. Anche per fare una riflessione sulla sua maturità artistica, su che cosa è cambiato rispetto a quel ragazzino cresciuto da emigrati nel quartiere romano di San Basilio. “La mia famiglia aveva occupato un palazzo intero”, svela a Vanity Fair, “quattro piani, due famiglia per ogni piano”. Anni importanti che gli hanno fatto capire l’importanza della condivisione, quel senso di comunità che ha cercato di ricreare nella sua casa di Fornello, nella periferia capitolina, dove “ogni giorno c’è qualcuno: amici, musicisti, mio padre, mia madre” e ancora fratello e sorella, i cugini e tutti i familiari. “Mi piacciono le famiglie numerose”, sottolinea subito dopo, “le tavolate, le domeniche a casa”.