Il delitto di Garlasco è noto per la morte brutale di Chiara Poggi e per il coinvolgimento di Alberto Stasi. Un processo che durerà per diversi anni e che si concluderà con la sentenza della Cassazione che condannerà a 16 anni l’ex bocconiano. Rifiutata invece la richiesta dei difensori di Stasi di poter rifare il processo per via di alcuni errori effettuati nelle fase processuali precedenti. La Cassazione non ha ritenuto fondamentale il mancato interrogatorio di 21 testimoni che hanno permesso a Stasi di ottenere l’assoluzione in primo grado. “Delitti” si occuperà del caso grazie allo “Speciale Garlasco”, una ricostruzione che si avvarrà della fiction e della testimonianza di alcune persone e che andrà in onda nella prima serata di Tv8 di questa sera, sabato 23 giugno 2018. Bisogna ritornare indietro nel tempo di undici anni per poter capire che cosa è accaduto a Chiara Poggi, la studentessa di 24 anni ritrovata priva di vita all’interno della propria abitazione. Una villetta a due piani a Garlasco, in provincia di Pavia, che farà da cornice all’orrendo omicidio. I locali, ricorda Il Corriere della Sera, grondano sangue e si sospetta subito che la vittima sia stata uccisa a colpi di martello. L’allarme verrà lanciato da Alberto Stasi, il fidanzato della vittima e l’ultima persona a vedere ancora viva Chiara. Il sospetto che possa essere colpevole si fa strada nelle indagini degli inquirenti, che dopo aver analizzato la scena del crimine concluderanno che l’assassino è entrato con estrema facilità nell’abitazione. Le uniche impronte rilevate appartengono infatti al fidanzato e ai familiari di Chiara, in quel momento assenti per una vacanza fuori città.



Omicidio Chara Poggi, gli indizi contro Alberto Stasi

Perché Alberto Stasi avrebbe ucciso Chiara Poggi? La soluzione del delitto di Garlasco apparirà evidente agli inquirenti quando verrà scoperto che l’ex bocconiano sfruttava il suo computer per fare ricerche pedopornografiche. Importante il materiale ritrovato nel suo dispositivo e che verrà individuato come movente del delitto. È l’unico neo presente in apparenza nella vita di Stasi, l’unica scintilla che potrebbe aver cancellato la vita in comune con la fidanzata, quella relazione così tranquilla da non far pensare che il ragazzo possa aver ucciso Chiara. Saranno quattro gli indizi che convinceranno le autorità che nessuno oltre a Stasi potrebbe aver commesso il delitto: la bici che ha usato quella mattina per raggiungere la villa dei Poggi, le sue scarpe, il pc e infine il portasapone della villa dei Poggi. Secondo la ricostruzione, sottolinea Il Corriere della Sera, il delitto di Garlasco sarebbe avvenuto attorno alle 9.12 del mattino e non oltre le 9.35, orario in cui Chiara avrebbe disattivato l’allarme della propria abitazione. Alberto poi si sarebbe scagliato immediatamente contro di lei, pulendosi poi le mani in bagno, dove verrà rilevata una sua impronta proprio sul portasapone e aver ripulito le scarpe, troppo linde per il percorso fatto, che gli avrebbe impedito di non avere tracce di sangue sulle suole. In un secondo momento avrebbe cambiato i pedali della propria bicicletta, particolare che verrà individuato solo diversi anni dopo il delitto, quando si scoprirà che i pedali presenti sulla bici di Stasi sono stati sostituiti.

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