Quarta e ultima puntata per Cavalli di battaglia, il one man show di Rai 1 con protagonista Gigi Proietti. Musiche, canti e balli fanno da contorno allo spettacolo teatrale, in un melting pot di generi che più spesso converge nel musical. Degne di nota le ingerenze di Ariel, con la sua comicità monouso e da buttare. Subito: le battute sui cavalli non fanno più ridere. C’è tempo solo per un’altra, l’ultimissima: se è domestico, li addomestichi. Ancora freddure con Proietti: “C’è un orango, nella foresta, che fuma uno spinello. La lucertola insiste per fare un tiro; l’orango glielo passa. A quel punto, la lucertola quasi sviene: che arsura! Così scappa al ruscello, dove incontra un coccodrillo. Anche il coccodrillo è curioso di provarlo: ‘Orango, me lo passi?’. E lui: ‘Oddio! Ma quant’acqua hai bevuto?'”. I famigerati effetti del fumo.
Nella prima scenetta, Gigi Proietti è un crociato un po’ anzianotto. Ed ecco spiegati i problemi d’udito: “vi porto il commiato” diventa “mi è morto il cognato”. Povero suggeritore; e povera platea. La stessa platea che Proietti “ha conquistato”. Lo canta Renato Zero: “Varietà, varietà, varietà”, ripete l’interprete nel ritornello. “Ah Gige’, che la battuta sia con te”. E con il tuo spirito: l’ha detto davvero. Ancora in tema sacralità, l’Otello di Shakespeare. Questa è la parodia della parodia: “Gli attori italiani hanno degli slanci strani; urlano, (g)ridacchiano”. Non ha tutti i torti. L’ambientazione cambia leggermente con L’opera da tre soldi. “Si sa, Brecht raccontava sempre i bassifondi”. E nei bassifondi c’è Mackie Messer: “Quella del ladro è una categoria in via d’estinzione”. Nella fantasia, forse. Oppure parla di ladri gentiluomini, di quelli che ti scassinano casa cantandoti la serenata.
Poco dopo arriva Vincenzo Salemme. Ma quant’è bravo? Salemme racconta a suo modo le relazioni amorose: “La donna è un gatto; l’uomo è un cane”. Sarà per questo che si fanno le pulci. “Non si può amare per essere felici, ma bisogna essere felici per poter amare”. Fuor di retorica, la morale è davvero bella. Gigi Proietti recita Estate a mo’ di poesia: non esageriamo. “Non senti che / tremo mentre canto…“. Lo sentiamo sì, caro Sangiorgi. E viene anche da chiedersi come si fa. È un falsetto che somiglia un po’ a quello di Chris Martin, ma la verità è che la sua voce è unica. Matthew Lee, d’altro canto, è un genio del piano. O ha un piano geniale. Fatto sta che le sue dita scorrono sui tasti con una maestria unica. Da novello Mozart, Lee si merita gli applausi del pubblico.