Gaia Tortora contro M5s: il vicedirettore del Tg La 7 si scaglia contro gli esponenti pentastellati che sfuggono al dibattito politico. Recentemente, in diretta su Omnibus, la giornalista si è lanciata contro le contestazioni social sull’assenza in trasmissione di politici del Carroccio o del Movimento 5 Stelle, ecco il suo commento ai microfoni di Io Donna: “Ero in diretta e conducevo Omninus. Ad un certo punto, però, mi accorgo che su Twitter comincia la solita sarabanda di quelli che iniziano a scrivere: bravi, complimenti, mai un ospite del M5s e della Lega, che schifo, vergognatevi, come sempre ve la suonate da soli”. E continua Gaia Tortora, evidenziando il perchè della sua invettiva: “Ho pensato: forse è arrivato il momento di raccontare alla gente che certi rappresentanti politici noi li invitiamo regolarmente in trasmissione, solo che loro non vengono. E perché non vengono? Perché non vogliono confrontarsi. Non vogliono il dibattito, il contraddittorio…”.



GAIA TORTORA CONTRO M5S

Continua Gaia Tortora ai microfoni di Io Donna, sottolineando che gli esponenti grillini sfuggono molto di più dei leghisti: “Non c’è dubbio. Sai qual è la tecnica dei grillini? Tu li inviti e gli dici: domani parliamo di immigrazione, chi viene di voi? E loro: ‘Insieme agli altri? No, grazie, magari un’altra volta’. Solo che un’altra volta non c’è. E vengono, da noi a La 7 ma anche altrove, soltanto se hanno la certezza di essere da soli in studio o, al massimo, con un giornalista gradito”. Poi un commento sul luogo comune dei giornalisti poco scomodi: “La storia dei giornalisti che sono morbidi con i politici è vecchia. C’erano ai tempi di D’Alema e Prodi, ci sono stati con il Cavaliere e sono di ieri certe affettuosità, già negate, con Matteo l’altro, cioè Renzi…”. E evidenzia infine: “Io penso che questa specie di anno zero della comunicazione politica per i giornalisti può diventare una straordinaria occasione. Tornare a fare domande scomode a tutti? Esatto! Smettere di interpretare e, invece, incalzare, non accontentarsi, non impaurirsi, ma essere scomodi, pungere: noi chiediamo e loro, i politici, devono rispondere”.



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