Ogni programma televisivo ha un enorme potere, quello di sensibilizzare l’opinione pubblicata. Quello di parlare di temi difficili e spingere le persone ad agire correttamente. Molte volte, però, quando si tratta di tematiche forti e che colpiscono molto il Paese si può cadere in gravi fraintendimenti e così è accaduto alla soap opera di Rai Tre, “Un posto al sole”, trasmessa fin dal 1996. La puntata che ha portato numerose critiche su tutti i profili social della soap opera è quella andata in onda martedì 19 giugno in cui il programma ha voluto trattare il tema dei migranti. Siamo a Radio Golfo e il giornalista Michele Saviani e Vittorio del Bue parlano della giornata internazionale del rifugiato – 20 giugno – e così lanciano un messaggio e raccontano: “Oltre 65 milioni di persone sono state costrette a lasciare casa, famiglia, la loro vita. Tra questi 11 milioni di rifugiati sono bambini esposti al rischio di violenze di qualsiasi tipo. Immaginate che ogni minuto, cinque famiglie del vostro palazzo siano costrette a lasciare la propria casa, la propria via, il proprio quartiere per una guerra o una persecuzione. Date un volto a questi numeri”.



LA RISPOSTA DEL CAPO DEGLI SCENEGGIATORI

Dopo la puntata in questione sono stati numerosissimi i commenti dei telespettatori riguardo alla tematica affrontata. In tanti hanno accusato gli autori e sceneggiatori di aver realizzato una perfetta propaganda alla Sinistra; c’è chi sottolinea che la Rai sia stata scorretta e che gli autori dovrebbero ricordare di essere in una televisione pubblica, chi dichiara che la fiction sia di partito, chi sostiene fermamente che la soap abbia realizzato una puntata vergognosa. Paolo Terracciano è intervenuto e a La Stampa ha voluto dar voce al proprio lavoro: “Scriviamo le storie con mesi di anticipo – ha raccontato il capo degli sceneggiatori della fiction – questa puntata è stata pensata per andare in onda durante la Giornata internazionale del rifugiato. Rispetto a quello che sta succedendo nelle ultime settimane in Italia è ovviamente una coincidenza. Sono storie pensate a febbraio. Noi non scendiamo in campo per essere divisi, al contrario. Qualsiasi tematica trattiamo lo facciamo sempre con equilibrio, cercando di offrire a casa degli spunti di riflessione”.

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