La battaglia di Angela Donato inizia con la morte del figlio Santo Panzarella. È l’11 luglio del 2002 quando la donna denuncia la scomparsa del ragazzo, all’epoca 29enne e residente a Catanzaro. Per gli inquirenti è chiaro che quel mistero possa essere collegato con il passato amoroso della Donato, per via delle sue relazioni con due boss della ‘ndrangheta. In seguito si scoprirà che Santo potrebbe aver pagato un prezzo così caro a causa delle gelosia di un terzo boss, ma si scoprirà che in realtà il motivo è una relazione che la stessa vittima ha intrecciato con la moglie di un capoclan della mafia. Cose Nostre affronterà il caso di Angela Donato nella prima puntata, in onda su Rai 1 nella seconda serata di oggi, giovedì 28 giugno 2018. Il calvario della donna infatti continua anche subito dopo aver scoperto che il figlio è stato rapito e infine ucciso in modo brutale. Sa bene che la ‘ndrangheta vedrà il suo gesto come una sfida, un’azione disonorevole, ma deciderà di proseguire per poter ottenere giustizia. In un interrogatorio fiume, Angela ripercorre tutti i punti oscuri della sua vita sentimentale. Come ricorda La Repubblica, il suo racconto inizierà dagli anni Sessanta, quando decide di trasferirsi a Lamezia Terme e incontra Sebastiano Panzarella, colui che diventerà suo marito e padre dei suoi figli. “È successo che con Giuseppe Vescio“, riportano gli atti, “che apparteneva alla Criminalità Organizzata, ho intrattenuto anche un rapporto sentimentale che mi ha permesso di conoscere la compagine criminale lamentina di allora“.
La tragica morte del figlio, Santo Panzarella
Le rivelazioni di Angela Donato daranno la possibilità alle autorità italiane non solo di ricostruire il delitto del figlio Santo Panzarella. La collaborazione della donna diventerà infatti cruciale per ricostruire nomi e fatti, soprattutto per quanto riguarda diversi delitti. Trattandosi di episodi riscontrabili solo grazie alla testimonianza della Donato, non sempre le sue parole porteranno a un arresto. Lo dimostra l’assoluzione di un pentito e tre imputati per l’omicidio dell’avvocato lametino Torquato Ciriaco, avvenuta l’anno scorso in seguito alla richiesta del pm di condannare i tre accusati principali alla pena dell’ergastolo e 11 anni il pentito Francesco Michienzi. Angela Donato diventerà intanto protagonista del documentario realizzato dalla regista Beatrice Borromeo, dal titolo “Lady ‘ndrangheta”, volto a raccontare le storie drammatiche delle donne potenti che spesso, ricorda Il Fatto Quotidiano, si ritrovano a dover fare i conti con una ferocia legata alla criminalità organizzata della Calabria. “Rompete il muro di omertà” griderà inoltre Angela alle altre donne che fanno parte in modo diretto o indiretto del clan mafioso. Di quella rete di vendetta in cui i legami di sangue e di famiglia spesso si intrecciano. La verità sul figlio Santo verrà fuori invece fin dal 2006, quando emergerà la relazione che il ragazzo aveva avviato con la moglie del boss Rocco Anello e che ha spinto il fratello del numero 1 della cosca malavitosa e i fratelli Giuseppe e Vincenzino Fruci a rapirlo a Curinga, in provincia di Catanzaro, e sparargli al volto mentre si trova ancora nel bagagliaio dell’auto. Il corpo sarebbe stato inoltre abbandonato in un luogo adiacente, lasciato in balia degli animali. Come sottolinea Chi l’ha visto? nel suo report, Vincenzino Fruci e Tommaso Anello verranno assolti dal giudice del tribunale di Catanzaro. A complicare i processi sarà l’impossibilità di attribuire a Santo quell’unico osso ritrovato nelle campagne.