Secondo il vostro vecchio Yoda, a Mediaset hanno imparato a memoria l’aforisma di Galileo Galilei: “Dietro ogni problema c’è un’opportunità”. Perché quando la Nazionale italiana è stata esclusa dai Mondiali di calcio, dopo un primo momento di sconcerto e forse anche di disperazione, si sono messi a ragionare freddamente e hanno cominciato a fare un po’ di calcoli.



Se l’Italia fosse stata ammessa al torneo – come si legge ora sulla stampa specializzata – le tv avrebbero dovuto spendere oltre 150 milioni di euro per trenta giorni di trasmissioni, circa il doppio di quanto sarebbero costate a Mediaset tutte le partite senza la nostra Nazionale. Così invece hanno speso la metà per acquistare tutto il torneo, contando sul fatto che, se adeguatamente stimolati, gli appassionati si sarebbero interessati nel vedere le partite delle nazionali che l’Italia aveva battuto in passato e di quelle da cui era stata battuta, per poi appassionarsi a match di carattere addirittura politico come quello tra Russia ed Emirati Arabi.



E la scommessa è già stata vinta. Askanews ha riferito le dichiarazioni di Fedele Confalonieri, nel corso di un suo intervento all’assemblea degli azionisti: “Il Mondiale targato Mediaset risulta essere quello con il più alto ascolto degli ultimi 20 anni. La media di share delle prime 36 partite è stata del 26% con 4 milioni di spettatori – ha spiegato – un ascolto medio addirittura superiore al 2014, quando gli incontri dei Mondiali, trasmessi sia su Rai sia su Sky, ottenevano mediamente 3,5 milioni di spettatori e partecipava l’Italia. Ma il confronto possiamo estenderlo anche a edizioni ancora precedenti. Sul fronte della pubblicità, inoltre, i ricavi sono ben superiori alle attese, e l’operazione appare brillante sotto tutti i profili. I Mondiali di Mediaset sono il primo evento la cui raccolta pubblicitaria supera il costo netto di acquisizione dei diritti. Mai nella storia televisiva un evento sportivo ha fatto segnare una marginalità positiva e la cosa è ancora più significativa in un mercato pubblicitario non certo brillante”.



Davvero bravi, e bravi anche gli uffici promozione di Mediaset e Publitalia: sono riusciti a trasformare un convitato di pietra (la Nazionale italiana) in una gallina dalle uova d’oro, convincendo 60 marche a investire sull’evento. Che da oggi in poi, pagati i costi iniziali, produrrà solo margini. Chapeau!