Anna Maria Tatò e l’amore con Marcello Mastroianni: la regista ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Vanity Fair in cui ha parlato della storia con il grande attore. I due si legarono nel 1976 e Mastroianni convisse con lei fino alla sua morte, giunta il 19 dicembre del 1996 per un tumore al pancreas. Anna Maria Tatò, che curava la comunicazione di maestri come Elio Petri, Ettore Scola e Marco Ferreri, ha parlato degli inizi con il suo compagno, che la considerava parte di un mondo che non amava: “Facevo l’addetta stampa e mi recai sul set della Grande abbuffata per collaborare con Marco Ferreri, l’amico più stretto di Marcello. Andai da Mastroianni per salutarlo e venni accolta con freddezza: “Detesto i giornalisti e tutti quelli che hanno a che fare con quel mestiere”. Risposi duramente: “Peggio per lei. Io sono abituata a lavorare con giornalisti bravissimi e con persone serie”. Mi girai, me ne andai e per tutta la lavorazione del film non lo salutai più. Era come se non lo vedessi”.
“FERRERI DISSE CHE ERAVAMO FATTI L’UNO PER L’ALTRA”
Anna Maria Tatò ha poi sottolineato che Mastroianni “non se lo aspettava, soffriva che non lo guardassi. Nei corridoi sentivo mormorare: “È proprio una donna forte, una di quelle italiane che non esistono più”, e ancora: “Ma perché Anna Maria fa così? A lui, lei piace molto”. Ascoltavo e pensavo tra me e me: “A me invece non piace, non mi interessa proprio”. L’unico a credere in un futuro tra me e Marcello, che in quel periodo si stava separando, era Ferreri. Marco era un mago, aveva una sensibilità speciale: “Tu non mi vuoi dare retta”, mi sussurrava, “ma siete fatti l’uno per l’altra e sento che prima o poi finirete per stare insieme”. E Ferreri aveva ragione: “Era molto intelligente, Ferreri. E poteva essere crudelissimo. Con lui mi permettevo libertà inaudite. Se non mi piaceva un colore o trovavo una battuta modesta glielo dicevo. Prima reagiva: “Sei sempre la solita, non è il tuo mestiere”, poi si rivolgeva alla troupe: “Cambiate ’sto colore, va bene, accontentiamola Anna Maria””. Dopo lo screzio, la pace: “Una sera Ferreri ci invitò a bere in un posto in cui si poteva danzare. Sarebbe venuto anche Marcello e io andai di malavoglia. Una volta arrivati lì, finalmente chiacchierammo un po’ e mi invitò a ballare: “Ti va?”, “No”, “Ma allora sei proprio un’impunita”, mi disse. E poi aggiunse: “Certo che non vuoi ballare con me, a te piace solo Volonté””.
“MARCELLO FA PARTE DELLA MIA VITA”
“Io non vivo nel ricordo. Marcello fa parte della mia vita”, le parole toccanti di Anna Maria Tatò nella lunga intervista esclusiva a Vanity Fair, con la regista che ha poi ricordato il Mastroianni uomo: “Un uomo poetico. Un raccontatore formidabile. Un signore dotato di infinito understatement e come diceva Ferreri di una bellezza spirituale unica. Pieno di gentilezza d’animo e di classe. Un osservatore attento del dettaglio, che magari con due bicchieri di troppo poteva trasformarsi anche in un osservatore crudele. Notava tutto, Marcello. Ma non era leggero a prescindere e non era soprattutto una cosa sola”. E continua: “Si commuoveva ricordando l’odore del legno dell’infanzia in Ciociaria per poi riscoprirsi duro all’improvviso. Come sosteneva Fellini, una persona come Marcello esisteva soltanto nella letteratura anglosassone. Conosceva il suo valore, Federico: “Non lo sottovalutare mai, Marcello. È molto intelligente”, mi ammoniva”. Infine, Anna Maria Tatò ha confermato: “E’ vero che se ne è andato con le mani intracciate alle sue? E’ vero, non è mitologia”.