Non si può rimanere con le mani nelle mani quando a soffrire sono bambini e quando questi vengono strappati alle loro famiglie senza che nessuno faccia niente. Al grido di # WomenDisobey Susan Sarandon si è unita ai manifestanti in attesa che la politica faccia la sua mossa ma finendo in manette. Ci sono pià di 2000 bambini che ancora aspettano di rinunirsi con le loro famiglie e l’attrice sembra pronta a non fermarsi visto che, proprio sui social, ha twittato: “Arrestata, resta forte, continua a combattere. # WomenDisobey”. L’attrice e i manifestanti hanno marciato attraverso la capitale e occupato un edificio degli uffici del Senato ma ancora non è arrivato il momento di mollare visto che, nonostante quello che è successo giovedì, sembra che questo fine settimana siano previste ulteriori proteste a Washington, DC, New York, Chicago, Los Angeles e Portland. Ci saranno altri arresti vip e come agirà adesso Susan Sarandon? (Hedda Hopper)



SUSAN SARANDON NON MOLLA

C’era anche Susan Sarandon tra le 575 donne arrestate a Washington durante una marcia di protesta contro la “tolleranza zero” di Donald Trump sull’immigrazione. Il movimento femminista ha sfilato lungo Pennsylvania Avenue sino a Capitol Hill, mostrando cartelli e gridando slogan contro i centri detentivi per i migranti ripetendo “We care” (ci importa) in risposta alla maglietta indossata dalla first lady Melania. L’organizzazione “Women’s March e Center for popular democracy” aveva con sè anche dei fogli di alluminio, gli stessi forniti ai figli dei migranti come coperte per dormire. A poche ore dall’arresto, l’attrice è tornata in libertà ma non ha smesso di supportare la sua causa affidando nuovi commenti a Twitter: “La democrazia assomiglia a questo”, ha scritto pubblicando anche un’immagine della protesta. Non è la prima volta che Susan Sarandon finisce nell’occhio del ciclone per proteste contro il governo: nel 1999 fu arrestata durante una manifestazione contro l’uccisione di un teenager afroamericano da parte della polizia mentre lo scorso anno fu al fianco di Leonardo Di Caprio per esprimere il suo dissenso contro la politica di Trump nei confronti dei Sioux. [Agg. di Dorigo Annalisa]



LE DICHIARAZIONI DOPO L’ARRESTO

Susan Sarandon scende in piazza contro Donald Trump e viene arrestata. È durato poco però il fermo dell’attrice, che oggi ha partecipato alla marcia femminile a Washington contro la “tolleranza zero” del presidente Usa sull’immigrazione e la separazione dei figli di clandestini messicani. «Una azione potente, bella, con centinaia di donne che chiedono la riunificazione delle famiglie separate dalla politica immorale» ha scritto Sarandon su Twitter dopo il rilascio. Il corteo, Women’s March e Center for popular democracy, rischiava di passare inosservato, ma l’arresto del premio Oscar ha ridato i riflettori della ribalta alla manifestazione. Susan Sarandon a 71 anni è diventata l’icona di una nuova protesta, l’ultima di una lunga serie nella sua vita. L’attrice ha partecipato da giovane a diverse manifestazioni contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili. (agg. di Silvana Palazzo)



“VOGLIAMO FAMIGLIE LIBERE”

C’è anche Susan Sarandon tra le 575 donne arrestate a Washington. La nota attrice hollywoodiana, così come le altre, stava protestando a Washington contro la politica sull’immigrazione della «tolleranza zero» di Donald Trump, il tutto all’interno di un ufficio del Senato presso il Dipartimento di Giustizia. Tra i cartelli mostrati dalle tantissime persone intente a protestare, come riporta Vanity Fair, si leggeva «Cosa vogliamo? Famiglie libere», «Allontanare i bambini dai genitori è inumano», e «A noi interessa», con riferimento alla giacca (I don’t care») indossata da Melania Trump durante la prima visita ai bambini nei centri di detenzione. «Sono stata arrestata. Resto forte. Continuo a lottare», ha fatto poi sapere l’attrice 71enne via Twitter, dopo il rilascio. (Aggiornamento di Anna Montesano)

LA PROTESTA A WASHINGTON

Susan Sarandon è stata arrestata a Washington durante una protesta contro la politica sull’immigrazione della «tolleranza zero» di Donald Trump. L’attrice 71enne si era schierata insieme ad altre 500 donne contro la decisione di separare circa duemila bambini dai propri genitori dopo aver attraversato la frontiera a sud degli Stati Uniti. La protesta è andata in scena all’interno di un ufficio del Senato presso il Dipartimento di Giustizia. Durante il sit-in la premio Oscar per Dead Man Walking e gli altri manifestanti hanno chiesto la chiusura dei centri di detenzione per i migranti, al confine col Messico. Lì sono rinchiusi oltre 2mila e 200 bambini, figli di migranti, che negli ultimi mesi sono stati separati dai genitori. Poi l’indignazione degli americani e del resto del mondo ha spinto il presidente Usa a firmare un ordine esecutivo che ha interrotto la brutale pratica. «Sono stata arrestata. Resto forte. Continuo a lottare», ha scritto Susan Sarandon su Twitter. L’attrice ha poi pubblicato un’immagine della protesta: «La democrazia assomiglia a questo».

SUSAN SARANDON ARRESTATA DURANTE PROTESTE ANTI-TRUMP

Famiglie libere, questa la richiesta delle oltre 500 donne che hanno protestato contro Trump a Washington. «Allontanare i bambini dai genitori è inumano» hanno urlato le manifestanti. E non è mancato un riferimento alla controversa giacca indossata da Melania Trump durante la prima visita ai bambini nei centri di detenzione. «A noi interessa» uno dei cartelli agitati dai dimostranti prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Non è comunque la prima volta che il premio Oscar mostra la sua ostilità nei confronti del presidente Usa Donald Trump. Anche subito dopo la sua elezione, Susan Sarandon aveva espresso il suo disappunto. All’epoca però l’attrice aveva ricevuto solo qualche critica, con l’accusa di aver contribuito a «disperdere i voti», perché aveva appoggiato la candidatura del leader del Partito dei Verdi, Jill Stein, dopo aver dichiarato al Guardian che Hillary Clinton fosse «pericolosa».

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