Alice Rohrwacher dedica il premio a Ermanno Olmi. Effettivamente, il film si ispira molto a quel cinema. Alice è imbarazzata: “Non so dove mettermi. Sono abituata a stare dall’altra parte”. Allora si nasconde dietro le rose, e quanto la Littizzetto gliele toglie, lei si giustifica: “Mi sentivo protetta”. Si parla a lungo della pellicola: “Lazzaro è un personaggio innnocente. Il film racconta un mondo a parte, i meccanismi della mezzadria, che poi emergono solo dopo uno scandalo”. Protagonista una Braschi molto cattiva. Spietata, quasi, ma assolutamente meritevole. [agg. di Rossella Pastore]
LA PREMIAZIONE
Alice Rohrwacher è stata protagonista al Festival di Cannes, da poco conclusosi, dove è stata premiata per la miglior sceneggiatura per il suo ultimo film “Lazzaro felice”. Da poco uscito nei cinema italiani, ha nel cast Nicoletta Braschi, moglie di Roberto Benigni, oltre che Alba Rohrwacher, sorella della regista, Natalino Balasso e Adriano Tardiolo. La regista non è certo nuova ai premi, visto che nel 2014, sempre a Cannes, aveva ricevuto il Gran Prix Speciale della Giuria per “Le meraviglie”, il suo secondo lungometraggio dopo “Corpo celeste”. Questa sera la regista sarà ospite della puntata di Che tempo che fa proprio per parlare della sua ultima pellicola. Sarà quindi un’occasione, per chi non la conoscesse, di poter capire se varrà la pena andare a venderla al cinema.
ALICE ROHRWACHER, IL RICHIAMO A ERMANNO OLMI
Il film di Alice Rohrwacher ha per protagonista un giovane contadino, di nome Lazzaro, molto semplice e buono. Tra i suoi amici c’è anche Tancredi, figlio di una Marchesa, che gli chiede un favore piuttosto particolare: aiutarlo a inscenare il suo rapimento in modo che possa fuggire in città. L’agenzia Sir ha evidenziato che la pellicola ha dei richiami al mondo descritto da Ermanno Olmi, tra l’altro recentemente scomparso, che aveva descritto la vita contadina ne “L’albero degli zoccoli”. Vi sarebbero anche “suggestioni spirituali”. “Nel film ‘Lazzaro felice’ troviamo infatti l’attualizzazione di una Chiesa in uscita, pronta ad accogliere chiunque, a cominciare dagli ultimi. Emblematica è certo la figura di Lazzaro, a partire dal nome scelto per il personaggio: un giovane buono e libero, dallo sguardo caritatevole e inclusivo. Un giovane che non invecchia, non si lascia contaminare dal mondo corrotto e viziato, ma si impegna ad aiutare e guidare coloro che sono caduti in povertà, una povertà fisica ma anche valoriale”.
IL LAVORO DI CASTING
Parlando del suo film, di ritorno da Cannes, negli studi di Rainews24, Alice Rohrwacher ha spiegato di aver voluto raccontare la storia di un uomo che non cambia, nonostante cambi il mondo intorno a lui. Una scelta un po’ atipica se si pensa che di solito i protagonisti di una pellicola, durante lo svolgimento della stessa, cambiano e si scoprono alla fine diversi da com’erano all’inizio. Tra l’altro per il cast della pellicola sono stati scelti dei veri contadini. La regista ha raccontato che c’è stato un importante lavoro di ricerca, andando a chiedere direttamente alle famiglie di chi lavora nei campi la disponibilità a girare le scene.