La morte di Tommy Onofri per mano di Mario Alessi
La tragedia vissuta dalla famiglia di Tommy Onofri inizia nel marzo del 2006, quando il bambino di appena 17 mesi viene rapito da due sconosciuti. In quel momento nella casa di Casalbarancolo, in provincia di Parma, sono presenti i genitori del piccolo, Paolo Onofri e la moglie e il fratellino, nato dal precedente matrimonio del padre. Il dolore della coppia continuerà nelle ore successive, nonostante gli inquirenti si metteranno subito all’opera per fare luce sul caso. Ci vorranno poche settimane prima che si risalga al nome di Mario Alessi, un manovale che ha contribuito alla ristrutturazione della casa degli Onofri e che in seguito confesserà l’atroce destino di Tommy. Il bambino infatti è stato ucciso subito dopo il rapimento. “Non sopportavo il suo pianto”, riferirà alle forse dell’ordine nel corso di un interrogatorio durato ore. Sarà Alessi infine, sottolinea La Repubblica, a condurre la Polizia verso il luogo in cui ha sepolto Tommy. Il corpo verrà ritrovato a pochi km di distanza dalla residenza dei genitori, con dei segni sul volto che indicano un omicidio brutale, avvenuto con l’uso di una pala. In manette finiranno inoltre il complice Salvatore Raimondi, a sua volta manovale, e la compagna di Alessi, Antonella Conserva, che si sarebbe dovuta occupare di Tommy nel periodo del sequestro.
L’omicidio di Tommy: ucciso subito dopo il sequestro
Tommy Onofri, sono trascorsi dodici anni dal rapimento e la morte del bambino di diciassette mesi sottratto ai suoi cari da due malviventi. La sua storia tuttavia rimane fra i casi più sconvolgenti per l’opinione pubblica italiana, rimasta con il fiato sospeso nelle ore successive all’allarme lanciato dal padre e la madre della piccola vittima. Una famiglia spezzata quella di Tommy, che ha vissuto un calvario senza fine, dalla scomparsa del bambino fino al percorso giudiziario contro gli autori del rapimento. Tv 8 ricorderà il caso di Tommy Onofri questa sera, 30 giugno 2018, grazie a Sabato in giallo. A partire dalle 23.15 verranno ripercorsi i tratti salienti della tragedia del marzo 2006. È in quella data che due criminali entrano di soppiatto nell’abitazione di Paolo Onofri e la moglie Paola Pellinghelli, seguendo un piano ben preciso. Il bambino doveva essere rapito e affidato alle cure di una donna per il periodo della prigionia. Nel frattempo i complici avrebbero richiesto un riscatto agli Onofri. Un piano tuttavia mai andato in porto, ricorda Il Corriere della Sera, dato che il corpo di Tommy verrà ritrovato appena un mese dopo il sequestro e rivelerà una verità importante: è stato ucciso 20 minuti dopo il suo sequestro.
Il dolore della famiglia Onofri
Nel corso degli anni la prova a cui sono stati sottoposti Paolo Onofri e la moglie è stata sempre più dura. Non solo per la vita spezzata del piccolo Tommy, che rimarrà fra i ricordi del padre fino all’infarto che lo colpirà nel 2008 e che lo ridurrà in coma vegetativo, per poi al decesso nel 2014. Paolo Onofri non si riprenderà mai più non solo da quel malore avuto durante una vacanza in Trentino con la famiglia, sottolinea La Stampa, ma anche dalla perdita del figlio. Durante la lettura della sentenza a carico di Mario Alessi, della compagna e del complice, apparirà chiaro il quadro complesso psicofisico di Onofri. Cure con antidepressivi e contro il diabete, stress nervoso aggravato anche dall’iter processuale e le terapie psicologiche di sostegno. “Prematuro e quasi impossibile” aveva detto di quel perdono che non gli si poteva chiedere nei confronti dei responsabili della morte di Tommy. Alessi infine verrà condannato all’ergastolo, mentre il complice ed ex pugile Salvatore Raimondi otterrà il rito abbreviato e 20 anni di detenzione. Una pena più aspra verrà riservata alla compagna di Alessi, Antonella Conserva: 24 anni di carcere. Nonostante la severità del verdetto, ad Alessi verrà conocesso un permesso premio due anni fa, sollevando le contestazioni della madre del piccolo Tommy. “Chi è stato ora poco importa. Devono pagare tutti e tre“, ha riferito la donna a NewsMediaset, parlando del rimpallo delle responsabilità fra Alessi e i due complici.