«Sapete, dovrei essere io il testimonial di #MeToo perché ho lavorato nell’industria cinematografica da oltre 50 anni e nessuna delle attrici con cui ho lavorato ha mai sostenuto che io abbia avuto dei comportamenti in qualche modo inappropriati». Le parole sono quelle di Woody Allen, intervistato dalla tv argentina Canal 13, al programma “Periodismo Para Todos”. È qui che lo sceneggiatore e regista ha parlato anche dell’accusa ricevuta su presunti abusi sessuali sulla figlia, Dylan Farrow. “E’ semplicemente folle. – ha detto Allen – E’ qualcosa su cui le autorità hanno indagato 25 anni fa e tutti erano giunti alla conclusione che non ci fosse niente di vero. Ed è tutto terminato lì, sono andato avanti con la mia vita. Far riemergere ora quelle accuse rappresenta qualcosa di terribile. Sono un uomo con una famiglia e dei figli, quindi ovviamente è sconvolgente”.
Woody Allen: “Mi infastidisce essere accomunato ad Harvey Weinstein”
Ciò che più disturba Woody Allen e che maggiormente lo lascia perplesso sono i paragoni nati con il produttore Harvey Weinstein: “La cosa che mi infastidisce di più è essere accomunato a persone come lui. – ammette il noto regista – Gente accusata di violenza da venti, cinquanta, cento donne e io, accusato da una sola donna in un caso di custodia di minore, accusa della quale è già stata dimostrata la falsità, mi ritrovo nel mucchio di quelle orribili persone”. L’intervista continua e Allen tiene ad aggiungere: “Penso che ogni situazione in cui qualcuno venga accusato ingiustamente sia triste. Penso che tutto possiamo essere d’accordo su questo… tutti vogliono che venga fatta giustizia.”