Antonello Venditti è tra gli ospiti dell’evento “Pino è” e sale sul palco per cantare la sua celebre Notte prima degli esami. Una canzone che ha una storia ben precisa e legata proprio a Pino Daniele. Il cantante, prima di iniziare, infatti ci tiene a raccontare un aneddoto: “Che ci fa un romano nella casa di Pino? A Pino voglio bene così come voglio bene a Napoli. Stasera canterò una canzone che appartiene anche un po’ a lui. – e continua – Noi ci siamo conosciuti a Napoli nel 1969, prima di diventare famosi. Negli anni ’70 ci aiutavamo tutti, nella metafora della canzone che vi canto questa sera, che parla di un pianoforte e di 4 amici con la chitarra, Pino è l’unico che mi ha aiutato veramente perché è lui che mi ha scaricato il ‘pianoforte sulla spalla’” (Aggiornamento di Anna Montesano)
IL MESSAGGIO A PINO DANIELE
Anche Antonello Venditti ci sarà tra gli ospiti di “Pino è”, il grande evento di musica live che oggi andrà in scena allo Stadio San Paolo di Napoli per tributare il giusto omaggio ad uno dei simboli dell’essere partenopeo: Pino Daniele. E forse in pochi sanno che uno dei migliori amici – in ambito artistico e non – è stato proprio l’artista romano, che sulle colonne de Il Mattino si è reso autore di una lettera dai toni molto commoventi che come incipit ha quello di uno dei successi più celebri di Venditti: “Ci vorrebbe un amico”. E Venditti, rivolgendosi direttamente a Pino Daniele, spiega:” Caro Pino, ci vorrebbe un amico, e noi lo siamo stati, per questo poi non abbiamo suonato insieme, difendendo con pudore i nostri sentimenti, che venivano da lontano, dagli esordi, quando Roma e Napoli erano l’asse su cui stava cambiando la canzone italiana. Caro Pino, giovedì sarò nella tua città, nel tuo stadio, tra le tue canzoni, con i tuoi amici, con il tuo pubblico, la tua tribù”.
PINO DANIELE E “NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI”
Ma dalla lettera di Antonello Venditti pubblicata da Il Mattino emerge un aneddoto di un Pino Daniele privato e antico, che suscita subito grande nostalgia:”Non so bene ancora che cosa farò, stiamo decidendo, però mi viene voglia di raccontare la storia di «Notte prima degli esami», che parla di te, parla di noi. «Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra/ e un pianoforte sulla spalla». Tu eri quello con la chitarra, come gli altri cantautori della scuola romana, ma eri anche quello con il pianoforte sulla spalla. A quei tempi facevamo tutto da soli, non avevamo manager e guidavamo i pulmini scalcagnati con cui viaggiavamo, scaricavamo strumenti e amplificatori. Tu all’epoca eri il bassista dei Napoli Centrale del grandissimo James Senese, dopo aver sistemato la tua roba, non so perché, credo che fossimo dalle parti di Cinecittà, ti trovasti a imprecare scaricando il piano che dovevo suonare io. Quante volte ci abbiamo scherzato sopra, Pinù“.
NATONELLO VENDITTI, “QUELLA NOTTE MALEDETTA”
Nostalgia e rimpianto si mescolano nella lettera che Antonello ha metaforicamente indirizzato a Pino Daniele. Un rimpianto che coinvolge un altro immortale della musica italiana come Renato Zero. I tre grandi amici, ancora la mescolanza tra la scuola romana e quella napoletana che ritorna. E Venditti ha un tarlo dal quale separarsi sarà sempre difficile, purtroppo:”Mi avvicino al momento di salire sul palco con il groppo alla gola che sai, che condivido con un altro amico nostro, Zero. Eravamo tuoi vicini di casa, in Maremma, per quello ho avuto il privilegio di continuare a frequentarti anche in privato, non solo a Roma. Quella maledetta notte in cui te ne sei andato non c’eravamo, né io né Renato, chissà se ci fossimo stati, magari ti avremmo convinto a salire sull’ambulanza, a correre a Orbetello, a…Ma non ha senso starci a pensare, preferisco tuffarmi nello scrigno dei ricordi in cui avevamo messo insieme tante piccole emozioni-pietre preziose, non parlavamo di lavoro, anche con Dalla e De André mi è capitato di vivere così l’amicizia tra colleghi“.