Filippa Lagerback e Daniele Bossari sono marito e moglie da quasi una settimana. Sul nuovo numero di Grazia in edicola, l’annunciatrice di Che tempo che fa, racconta alcuni dettagli inediti del suo matrimonio con il vincitore del Grande Fratello Vip che proprio durante la semifinale ha deciso di fargli la romanticissima proposta di nozze. Lo scorso 1 giugno a Ville Ponti nella provincia di Varese, con circa 200 invitati, la storica coppia si è detta di “sì” intorno alle 18.30. “Le mie nozze sono state un sogno a occhi aperti: più belle di un film. Un anno fa se qualcuno mi avesse raccontato che mi sarei sposata con una festa così meravigliosa, oltre ogni aspettativa, non ci avrei creduto. Daniele era emozionatissimo: quando mi ha visto uscire dall’auto ha provato lo stesso brivido che aveva sentito nel 1994, quando guardandomi vestita da sposa nella pubblicità della birra Peroni – allora non ci conoscevamo – si era convinto che la donna della sua vita dovesse essere proprio così, come me. Quando sono uscita dall’auto ed è partita la musica di Your Song di Elton John, la colonna sonora di quella pubblicità, Daniele è diventato un vulcano di emozioni”, confida al magazine diretto da Silvia Grilli.
Filippa Lagerback: “Un altro figlio? Non ci penso!”
Filippa Lagerback, intervistata per il settimanale Grazia confessa ancora: “Per me, che non avevo mai festeggiato un compleanno, il mio matrimonio è stato il primo grande party, durato fino alle tre e mezza del mattino. La luna di miele l’abbiamo passata in un piccolo albergo a Sacro Monte, dove si vede tutta Varese dall’alto: il luogo più romantico per continuare ad abbracciarsi. Daniele forse vorrebbe un altro bambino, ma io, adesso che nostra figlia è grande, voglio godermi solo il tempo con lui, non voglio spostare l’attenzione su qualcun altro. Noi ci bastiamo. Adesso vi scrivo da Marrakech, dove stiamo trascorrendo qualche giorno. L’organizzazione delle nozze è stata così intensa che non avevamo più energie per pensare a un viaggio più elaborato”. Quindi possiamo definitivamente archiviare le voci che volevano un ritorno a casa in “tre”? A quanto pare sì, ma del resto quel “Noi ci bastiamo”, chiude positivamente la questione con un senso di appagamento invidiabile.