Il nome di Licio Gelli, esponente di punta della Loggia P2, rientra nella lista di esperti voluto da Francesco Cossiga per coordinare le operazioni sul sequestro di Aldo Moro. Un vero e proprio leader massonico che entrerà nel piano oscuro fatto di intrighi e segreti che ruota attorno al rapimento ed alla morte dello statista italiano. Licio Gelli ed il suo ruolo nella morte di Aldo Moro verranno approfonditi nell’ultima puntata di M, il programma di Michele Santoro che andrà in onda su Rai 3 questa sera, 31 maggio 2018. Nel secondo appuntamenti, il ruolo di Licio Gelli è stato affidato ad Andrea Tindona per quanto riguarda la fiction, grazie a cui si è ripercorso il primo tratto del caso Moro. Il discepolo di Gelli, Mirko Crocoli, sottolineerà tre anni fa come tutti i vertici coinvolti nella tragedia facevano parte delal loggia, poco prima della pubblicazione pubblicazione del libro del mentore Faccia a faccia con il P2 – Venerabile Licio Gelli, edizione A. Car. Quasi 40 anni prima, il leader della P2 pubblica infatti l’elenco di nomi degli affiliati, fra cui spiccano personaggi importanti ed alcuni stranieri. Un elenco parziale tuttavia, come confiderà all’epoca Crocoli, sottolinea Il Tempo, da cui erano stati tolti un centinaio di nomi. Nel corso della stesura del libro, Gelli conferma più volte del rapporto d’amicizia stretto con Cossiga e Giulio Andreotti, soprattutto alla luce del rapimento di Aldo Moro.



LICIO GELLI E IL COINVOLGIMENTO DEI SERVIZI SEGRETI

Il coinvolgimento dei servizi segreti nel sequestro di Aldo Moro è stato confermato diversi anni dopo da Licio Gelli, il leader di Loggia Propaganda 2 (P2). In un’intervista rilasciata nel 2011 e pubblicata alcuni anni dopo da Enrico Mentana nel suo Bersaglio Mobile, Gelli sottolinea infatti di essere convinto che lo statista italiano sia stato tenuto nascosto da poche centinaia di metri da via Fani, in uno dei garage sotterranei. Lì Moro avrebbe trascorso una decina di giorni in attesa di un ulteriore spostamento, subito dopo il rapimento delle Brigate Rosse avvenuto nel marzo del ’78. Ed è sempre in quella via di Roma che secondo Gelli sarebbero stati presenti alcuni uomini dei servizi segreti. Una convizione del Venerabile, dovuta all’eccessiva precisione con cui le BR riusciranno a mettere in atto una vera e propria azione di commando, colpendo i bersagli da eliminare e lasciando in vita il solo Aldo Moro. Secondo Massimo Teodori di Radio Radicale, il ruolo di Gelli e della P2 sarebbe in realtà collegabile solo alla seconda fase del caso Moro, ovvero al suo mancato ritrovamento e liberazione.

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