Roberto D’Agostino, fondatore del sito Dagospia, partecipa a Matrix Chiambretti per un’intervista speciale. Il famoso portale ha compiuto 18 anni, un traguardo importantissimo per il suo ideatore. Nel vis a vis a Canale 5 si parla di attualità, ma soprattutto dei risultati raggiunti da Dagospia: “Come lo definirei? Di certo è un sito che guadagna, che genera molti lettori ogni mese”. L’intervista scorre veloce, balzando da un argomento all’altro. Gli viene chiesto un parere su Massimo Giletti, vicino al ritorno in Rai al posto di Fazio: “Perchè Salvini non è mai stato ospite di Fazio…la bestia nera è Salvini. E’ uno che quando sta zitto è maleducato”. Su Matteo Renzi, il direttore di Dagospia non è molto più tenero: “Ho subito capito che era un pallaro. Ha perso perchè si è messo contro la macchina dello Stato”. Nel finale simpatico siparietto con Chiambretti, che lo insulta bonariamente: “In realtà – dice il fondatore di Dagospia – siamo tutti un po’ stro***, nessuno può considerarsi intoccabile. Diciamo la verità”.
DICIOTTO ANNI PER DAGOSPIA
Sono passati diciotto anni da quando Roberto D’Agostino ha fondato Dagospia, un blog di informazione indipendente, che negli anni ha acquisito popolarità e ampia diffusione. Del suo successo in rete e dell’idea che ha cambiato il mondo del gossip, questa sera il giornalista parlerà a Matix Chiambretti, ricordando che nel 1999, anno della fondazione del suo portale, erano in pochi a scommettere sul suo successo. “Questo è avvenuto perché gli altri avevano un’idea diversa di internet”, ha raccontato Roberto D’Agostino a Novella 2000, “nessun giornale aveva pensato di diffondere contenuto su un sito. Erano in pochi ad avere fatto questo passo, la rete era vista con molta diffidenza”. La scelta di approdare sul web, però, è scaturita dal consiglio di Barbara Palombelli, che proprio in quel periodo era tra i primi a gestire uno spazio personale sul web: “Siamo stati due pionieri – ha ricordato D’Agostino – È stata lei a suggerirmi di aprire un blog perché a cinquant’anni volevo essere padrone di me stesso”.
ROBERTO D’AGOSTINO, “TUTTO IL PAESE LAVORA PER DAGOSPIA”
Ospite di Matrix Chiambretti, Roberto D’Agostino ripercorrerà il successo di Dagospia, il blog da lui fondato nel 1999 che proprio lo scorso maggio ha compiuto la maggiore età. “Ci sono voluti anni per far crescere Dagospia – ha raccontato D’Agostino a Tiziana Cialdea per Novella 2000 – Da parte mia c’è stata parecchia tenacia e ho dovuto crederci sempre. All’inizio lo facevo da solo: era una produzione artigianale”. A quasi due decenni dalla sua nascita, oggi il blog ha raggiunto un successo stratosferico, eppure la redazione conta solo pochi dipendenti, dal momento che le notizie arrivano principalmente dai follower in rete: “Tutto il paese lavora per Dagospia – ha ricordato il fondatore – arrivano di continuo notizie, indiscrezioni, dritte. Poi ho un gruppo ristretto di collaboratori che fanno da filtro, lavorano al desk, controllano le notizie. Ma i miei collaboratori principali sono fuori la redazione”. Prima del successo, però, non sono mancati momenti difficili, e diverse volte è stato sul punto di mollare, in particolare con l’arrivo in redazione delle prime richieste di risarcimento danni.
“ANTONIO DI PIETRO VOLEVA CANDIDARMI NELL’ITALIA DEI VALORI”
Al centro dell’interesse di Roberto D’Agostino e di Dagospia, soprattutto il gossip sulla classe politica, che negli anni ha affiancato con fermezza e tenacia i tanti pettegolezzi sui vip. Ma in diciotto anni, assicura il fondatore del blog, non ha mai pensato di entrare in politica, anche se qualche tempo fa ha ricevuto una proposta da parte di Antonio Di Pietro: “Voleva candidarmi nell’Italia dei Valori – ha ricordato D’Agostino – ma la mia risposta è stata chiara: assolutamente no. La politica non è un hobby, implica la conoscenza delle leggi. Ognuno deve fare il suo mestiere”. Dall’anno di fondazione del suo blog, assicura inoltre D’Agostino, anche la classe politica è cambiata: “Quelli del passato, una volta finiti i loro impegni istituzionali, si andavano a divertire: penso all’epoca di Berlusconi, in cui documentavo tutto con il mio Cafonal. (…) Oggi gli errori che si commettono sono pubblici, cioè riguardano i cittadini”.