“Dark è morto”: esordisce così Arturo Bruni, ex della Dark Polo Gang nell’intervista concessa a Vanity Fair. “da oggi esiste Side Baby” ha fatto sapere il ragazzo che, con il suo addio al gruppo trap di maggiore successo degli ultimi anni, ha scatenato lo sconcerto dei fan, che hanno subito creduto ad un litigio che avesse rotto gli equilibri. La verità è però molto più complessa di così e Arturo lo racconta nel corso dell’intervista. «Ho avuto un brutto periodo che mi ha allontanato dal gruppo. – svela – Durante questa pausa ho capito che volevo prendere un’altra direzione, artisticamente più personale». Così entra nei dettagli e spiega: «Il successo mi ha fatto sentire una responsabilità, il rischio di mitizzare le droghe e in qualche modo condizionare le persone. Se nei testi si inneggia alla droga, la gente può pensare che sia una cosa da provare».



L’ABUSO DI FARMACI

Arturo Bruni, in arte Side Baby, svela di aver raggiunto un punto davvero molto basso, da lui definito “l’inferno”, perché «Avevo episodi di blackout totale. Facevo cose, mi è capitato di fare dei danni, rompere cose, e il giorno dopo di non ricordarmi niente. Tutto per abuso di droghe mischiate a farmaci». Un mix che gli ha cambiato la vita e lo ha portato al punto di prendere drastiche decisioni. «Ho iniziato con antidolorifici e benzodiazepine. Oxycontin, Rivotril, è molto frequente. – racconta ancora l’ex della Dark Polo Gang – Ci sono ragazzi che partono dai farmaci per arrivare all’eroina. Altri che rimangono ai farmaci ma a dosi altissime». Svela inoltre come riusciva ad ottenere tali farmaci: «Da quattro, cinque anni li spacciano i pusher. Roba che viene data sotto prescrizione medica, difficile da avere senza».



LA DISINTOSSICAZIONE E IL BRANO “MEDICINE”

È però arrivato l’episodio che lo ha portato a dire basta: «Milano. Dovevo andare a dormire da un’amica. Ero completamente fatto di Xanax, e ho cominciato a girare, non sapevo più dov’ero. La mia amica, che non mi vedeva arrivare, è venuta a cercarmi. Mi ha cercato per due ore». Da lì la decisione di disintossicarsi anche se, specifica, “Non ne sono ancora uscito”. Seguito dal ricovero in clinica per qualche tempo e la nascita di un brano, Medicine. Un brano nel quale si parla anche di suicidio: «In un certo periodo è stato un pensiero costante, una lotta nella testa. Ma si può vincere» ammette.

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