le Bestie di Satana, a vent’anni di distanza dal primo omicidio, fanno ancora discutere e vengono chiamate in causa come una delle pagine più oscure della nostra cronaca. Sono anni in cui le sette diventano sempre più forti nel nostro territorio, che si tingerà di sangue a causa delle azioni criminali di un gruppo di ragazzi capeggiati da Nicola Sapone e composto da coetanei. Ferocity, alias Mario Maccione, Wedra, ovvero Pietro Guerrieri, Isidon, il soprannome di Andrea Volpe e Ozzy, Paolo Leoni, oltre a Marco Zampollo e Eros Monterosso. Sabato in giallo approfondirà il caso de Le Bestie di Satana nella sua seconda serata di oggi, 7 luglio 2018, in onda su Tv8. A distanza di così tanti anni dal primo delitto, molti della setta sono riusciti a ottenere la libertà, primo fra tutti Guerrieri, l’unico che durante il processo abbia dimostrato di essere pentito dalle proprie azioni. A pendere sul capo del gruppo di ragazzi importanti reati, che comprendono in tutto tre omicidi e un suicidio indotto. Morti accertate che gli inquirenti hanno sempre intravisto in un quadro più ampio e che, come ricorda Il Giorno, sono costati a Sapone un doppio ergastolo per la morte di Fabio Tollis e Chiara Marino. Anche se sarà Sapone a mettere in atto le azioni più brutali, il leader ideologico della setta verrà sempre intravisto nella figura di Leoni e per questo condannato all’ergastolo, pena che sconta nel carcere di Sanremo. “Sono sicura della sua innocenza“, ha dichiarato di recente la madre Carla pensando al ruolo avuto dal figlio. Leoni infatti non era presente durante i delitti e la donna è convinta che la verità debba ancora emergere. “Non era un satanista, aveva la camera nera, ma non è mai stato un satanista“, continua ancora. Intanto la madre di Leoni continua a battersi perché venga data la possibilità a Paolo di uscire almeno per qualche ora di permesso, tutte richieste respinte dalle autorità. 



Le vittime delle Bestie di Satana

Le Bestie di Satana potrebbero aver ucciso molte più persone delle vittime accertate. Ne è sempre stata convinta l’Arma dei Carabinieri, che nel corso delle indagini ha tracciato un filo rosso fra i diversi componenti del gruppo satanico ed alcuni casi irrisolti. Si parla addirittura di una ventina di casi che potrebbero essere attribuiti a quelli che un tempo sembravano solo dei ragazzi con una strana passione per l’esoterismo. Ad iniziare quel percorso sarebbero stati inoltre Paolo Leoni e Nicola Sapone, il primo considerato il capo del gruppo, figlio di un ex detenuto che in precedenza era stato accusato di satanismo. Anche se il primo delitto verrà fatto risalire alla fine degli anni Novanta, le Bestie di Satana diventeranno tristemente note per i loro massacri solo nel 2004, quando dopo l’omicidio di un’ex fidanzata di Volpe, quest’ultimo sarà costretto a chiamare i soccorsi per aiutare l’amica Elisabetta Ballarin, priva di sensi per via delle dosi di droga assunte prima del delitto. Sarà la stessa ragazza a farfugliare durante il delirio successivo qualcosa sulla morte di Mariangela Pezzotta e a dare utili indizi agli inquirenti per avviare le indagini. Si troverà così lo chalet degli orrori, che come ricorda La Repubblica, darà modo a Volpe di confessare e attribuirsi la responsabilità di quattro omicidi. Crimini abbietti compiuti seguendo un’ideologia aberrante, come li definirà il pm Tiziano Masini durante i processi, che si concluderanno con la richiesta di quattro ergastoli, 26 anni per la Ballarin, 16 anni a Mario Maccione, 12 anni a Pietro Guerrieri, 29 anni a Marco Zampollo e 27 anni a Eros Monterosso.

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