Il suo esordio con ‘La ragazza nella nebbia‘ gli aveva valso il David di Danetello 2018 come migliore regista esordiente. E ora Donato Carrisi si prepara per un nuovo film già inserito nei listini Medusa e che dovrebbe arrivare al cinema nell’autunno del 2019. Il nuovo progetto si intitola ‘L’uomo del labirinto‘, tratto dall’omonimo romanzo, e dovrebbe permettere al regista di ottenere le conferme sperate. Come dichiarato nell’intervista rilasciata al Corriere della sera, infatti, non sempre l’esordio al cinema è promettente e in tal caso difficilmente viene concessa una seconda opportunità: “Se non esordisci bene, poi non replichi. Mi trovo in questo interregno, non facile da gestire emotivamente. Dire che non l’avessi previsto sarebbe una bugia: tutto è stato costruito talmente bene da parte di tutti con enorme entusiasmo…” Tante le soddisfazioni conquistate negli ultimi mesi da Carrisi che il 21 luglio riceverà il premio Ischia Truman Capote.
LA SECONDA OPERA INTITOLATA ‘L’UOMO DEL LABIRITNTO’
Il secondo film di Donato Carrisi si intitolerà ‘L’uomo nel labirinto‘ e vedrà per la prima volta il regista anche nel ruolo di produttore. I dettagli su quello che vedremo sono ancora top secret, tanto che Carrisi preferisce non aggiungere altro sul cast, limitandosi a precisare che molte delle voci che circolano sono inesatte. Di certo, però, ci saranno delle sorprese a partire dalla nuova creatura, Gavila, già presente nel primo bestseller ‘Il suggeritore’: “È nata su impulso di Maurizio Totti e Alessandro Usai, uno spin-off della loro Colorado che si dedica principalmente a produzioni di thriller“. Per quanto riguarda l’ambientazione, le novità saranno evidenti soprattutto dal punto di vista estetico. Sarà ambientato in un “non luogo”, motivo per cui saranno presenti delle scelte stiliste radicali. L’inizio delle riprese è previsto per la prossima primavera e si tratterà di un set particolarmente complesso.
“IL CORAGGIO DI ASSECONDARE I GUSTI DEL PUBBLICO”
Nell’intervista al Corriere della sera, Donato Carrisi parla anche del suo essere sceneggiatore e scrittore, dualismo che convive perfettamente in lui anche se è ben consapevole che ogni ruolo deve restare ben definito: “Io comincio sempre scrivendo la sceneggiatura, è così fin da Il suggeritore. Dopo viene il romanzo. Questo agevola i rapporti tra sceneggiatore e scrittore. Il segreto è scrivere per immagini. Non mi innamoro delle parole, mi fa orrore l’idea di essere ridotto a creatore di aforismi (…) Bisogna avere il coraggio di assecondare i gusti del pubblico. Altrimenti per chi li facciamo i film? Per chi li scriviamo i romanzi?“. Carrisi spiega inoltre di voler scrivere storie universali, andando alla ricerca di situazioni che appartengono a tutta l’umanità. Per questo i libri riescono a varcare i confini italiani: “Ciò che conta è raccontare storie sempre nuove, se ci riesci, il pubblico ti sceglie e ti segue“.