Russia 2018 è finita, omaggio alla Francia campione del mondo, onore alla Croazia sconfitta con… onore! Ma che Mondiali sono stati? Dominati dall’Europa, continente calcisticamente molto compatto, ma politicamente molto diviso. Il Sudamerica è affondato, l’Africa è sparita già dopo i gironi, l’Asia ha rischiato di essere la grande sorpresa, con il Giappone a un soffio dalla clamorosa eliminazione del Belgio: peccato che all’ultima azione la Nazionale nipponica sia andata fuori… Honda.



Comunque, come in tutte le edizioni, anche quella appena conclusa lascerà un lascito ai posteri. E chi meglio di Gol Yardo può esprimere la quintessenza dei primi Mondiali senza l’Italia negli ultimi dieci lustri? Vi chiederete: chi è Gol Yardo? Di lui abbiamo già parlato in un nostro articolo del 21 agosto 2012. Ma per rinfrescarvi la memoria in queste giornate afose e per chi non avesse tempo né voglia di riandare a quella prima apparizione, ecco il suo curriculum (che altro non è che il suo identikit tracciato di corsa): «Gol Yardo, cresciuto a pane azzimo, Talmud e Maccabi Tel Aviv, ha cominciato prestissimo a giocare a calcio, nei pulcini dell’Hapoel Rishon LeZion. Si chiamava LeZion proprio perché era una scuola calcio: “Vado a LeZion” diceva il piccolo Gol a sua madre, uscendo a metà pomeriggio per l’allenamento. Fin da piccolo, non ha mai nascosto la sua grinta, tanto che, a furia di mordere le caviglie degli avversari, è stato chiamato “Mordechai”. Ma ancora oggi è conosciuto nell’ambiente con altri due soprannomi: “Vov”, per la sua inesauribile carica agonistica, e “Shalom, Zebedei!”, per una certa qual abilità nel colpire su punizione gli avversari in barriera, proprio… lì, dove non batte mai il sole!».



Gol Yardo, dotato di un fine senso dell’umorismo, una volta appese al chiodo le sue scarpette, ha deciso di trasfondere conoscenze ed esperienze calcistiche nel libro “Il traversone di Barney”, dove l’uomo, il calciatore, l’intellettuale e il fine umorista si sono uniti per dar vita a un’opera a largo raggio e di ampio respiro, dove i temi legati al football emergono in un contesto singolare e talvolta visionario. Un esempio su tutti: “Il fallo laterale è anche una grave malattia urologica?”.

In ogni caso, vero piatto forte del libro di Gol Yardo sono i cosiddetti “Tacchetti”, che altro non sono che semplici, quanto acuti, aforismi sul calcio. E su concessione dello stesso Gol Yardo possiamo proporvi 11 illuminanti esempi legati proprio al calcio internazionale. 



1. Essendo il campo allagato, la squadra giocò con eccessiva precipitazione

2. Essendo una partita tra medici e infermieri, si giocò spesso sulle corsie

3: Essendo il campo della Macedonia, segnarono gol a grappoli

4. Essendo il torneo della Coppa d’Africa, la partita finì… nero a nero

5. Essendo il torneo internazionale di Mani Tese, nessuno osò entrare a gamba tesa

6. Essendo in campo gli inglesi, tutti davano del tè alla palla

7. Essendo una squadra molto pittoresca, la partita finì 2-0 a tavolozza

8. Essendo in campo i tedeschi, la partita si giocò a tutta birra

9. Essendo tutti degli Einstein, fisicamente stavano tutti bene

10 La finale del Mondiale per squadre militari suscitò un interesse… generale

11. Giocando a Chicago, Strunz venne subito espulso.