La verità sul delitto dell’Olgiata, con la morte della Contessa Alberico Filo della Torre avvenuta in una villa di Roma nel luglio del ’91, è rimasta sepolta a lungo. Sotto le macerie, dentro i cassetti di un mistero destinato a rimanere tale per alcuni decenni. Un fatto che sconvolge l’Italia all’epoca dei fatti, ma per scoprire con certezza chi sia il suo assassino dovranno trascorrere vent’anni. È solo nel 2011 infatti che Winston Manuel Reves, ex domestico della vittima, rivela di aver ucciso la Contessa. “Mi volevo togliere un peso“, riferirà agli  inquirenti prima di sottoporsi all’interrogatorio con il gip. “Giustizia è fatta“, commenta in quest’occasione il marito della vittima, Pietro Mattei, la cui vita è stata passata al setaccio nel corso delle indagini. Questa sera, 21 luglio 2018, Sabato in giallo approfondirà il  giallo il mistero dell’Olgiata grazie alla puntata in onda su Tv8 in seconda serata. “Ero stato cacciato ed avevo bisogno di soldi“, continuerà a ribadire Reves subito dopo il suo arresto. Il movente quindi è economico, come sospettato dagli inquirenti, ma si allontana di molto dai gioielli della Contessa che sono stati trafugati dalla villa in occasione dell’omicidio. Come ricorda Il Corriere della Sera, Reves avrebbe bevuto un bicchiere di whisky prima di essere ricevuto dalla Contessa, per cercare di farle cambiare idea sul licenziamento. La discussione tuttavia si accende e durante la lite Reves afferra uno zoccolo e colpisce la Contessa Alberica. “Scappai passando da una porta finestra e attraversando il tetto“. Il domestico riuscirà tuttavia a sfuggire anche alle indagini, nonostante i sospetti che ad un certo punto lo riguarderanno da vicino. “A mia moglie raccontai del delitto“, aggiunge ancora, “ma lei non mi ha mai creduto“.



Delitto dell’Olgiata, un caso risolto 25 anni dopo

Il gossip giocherà un ruolo significativo nel mistero dell’Olgiata e nelle indagini sulla morte della Contessa Alberica Filo della Torre. La donna viene ritrovata priva di vita all’interno della sua villa e il movente appare subito economico. Mancano infatti dei gioielli dalla sua  camera da letto. Si sospetta persino che potesse conoscere il suo assassino. Eppure di errori ne verranno fatti tanti, perché il caso scotta e ad assumere più peso agli occhi dell’opinione pubblica saranno più i retroscena della vita della Contessa piuttosto che alcune  intercettazioni in cui il presunto killer parla con un ricettatore per mettersi d’accordo sulla vendita della refurtiva. A sottolineare questo particolare è Manfredi Mattei, il figlio nato dal matrimonio fra la Contessa Alberica ed il marito Pietro Mattei. “Abbiamo chiesto un risarcimento“, riferisce a Il Tempo, “abbiamo fatto un’azione nei confronti del CSM e dei periti della Procura“. Una richiesta di danni del valore di 300 mila euro, destinati alla Fondazione che i familiari della vittima hanno istituito in suo onore. Eppure il lavoro della scientifica sarà essenziale diversi anni dopo, quando a 25 anni dall’omicidio, il filippino Manuel Winston Reves, confesserà di essere il killer. Sulla scena del crimine è infatti stato prelevato del materiale genetico che in occasione della deposizione dell’ex domestico della Contessa, dimostreranno la sua presenza al momento del delitto. Sarà inoltre la determinazione di Mattei a fare in modo che il caso venga riaperto nel 2007, con un’istanza mirata a analizzare ancora il DNA prelevato nella prima fase delle indagini.

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