La scrittrice Valeria Benatti riuscirà a sopravvivere all’incubo che vivrà a causa di un uomo. “Una forma d’amore malato”, sottolinea parlando della sua storia, che ha ampiamente trattato nel suo romanzo Gocce di veleno, pubblicato con Giunti Editore. Attraverso la storia di Claudia, vittima di un Barbablù che la confinerà in un pozzo di violenze psicologiche e fisiche, la Benatti ripercorre quanto ha vissuto in prima persona. Un dramma nato dalla gelosia eccessiva dell’uomo che credeva di amare e che pensava ricambiasse i suoi sentimenti. Le stesse emozioni e vibrazioni che per lungo tempo le impediranno di fare i conti con la realtà, incredula di fronta alla possibilità che quell’uomo, a tratti dolce, a tratti crudele, possa davvero arrivare ad ucciderla. Amore criminale affronterà nella sua puntata di oggi, sabato sabato 21 luglio 2018, un’intervista a tu per tu fra Valeria Benatti e l’autrice Matilde D’Errico.



La speaker radiofonica parlerà a lungo del suo percorso di recupero, che grazie al supporto di un centro antiviolenza le ha permesso di uscire da quella ragnatela di violenze. Un uomo più grande di lei, sottolinea nell’intervento, “protettivo, troppo protettivo. Vuole sapere chi erano i tuoi ex, perché le tue storie sono finite. Indaga in modo morboso sulla tua vita sentimentale”, aggiunge pensando a come la sua storia abbia in comune tanti punti con le esperienze vissute da altre donne. Da un atteggiamento sottile, quasi impercettibile, iniziano i divieti. La Benatti non può rispondere con serenità agli sms che le arrivano in presenza del compagno. Gli amici invece non sospettano di nulla, anzi lodano la loro unione. Anche questo tuttavia spinge l’uomo a criticarla di fronte agli altri, sentendosi minacciato dalle eccessive lusinghe di quelli che vede come rivali. “Col senno di poi penso che mi abbia fatto soffrire perché mi minacciava sempre di farmi seguire”, continua parlando del crescendo di manipolazione psicologica a cui era sottoposta in quel periodo. La scrittrice infatti inizia a temere che qualsiasi suo gesto, anche il più innocente come abbracciare un amico incontrato per strada, possa essere visto da un detective che il compagno le ha messo alle calcagna.



UN AMORE MALATO

Valeria Benatti faticherà a lungo ad ammettere con sé stessa di star vivendo un amore malato. Una relazione che non ti lascia scampo e che può avere solo risvolti sempre più tragici. La scrittrice e speaker radiofonica rimarrà infatti fossilizzata in un rapporto con un uomo più grande, che la affascina ed allo stesso tempo la imprigiona. Quel forte sentimento che avverte per il compagno le impedisce sulle prime di allontanarsi e non solo. La manipolazione continua dell’uomo fa in modo che l’autostima della Benatti venga cancellata sempre di più, con lo scorrere dei giorni. Arriverà persino a chiedersi se quelle violenze, che presto diventeranno anche fisiche, non siano in realtà dovute ad un suo comportamento. Uscirne non sarà facile per la scrittrice. “La trama del ragno è fittissima”, riferisce ad Amore criminale, “ero privilegiata rispetto a tante altre storie più complicate, eppure non riuscivo a liberarmi di quest’uomo”.



La Benatti infatti ha sempre più paura e non sa come uscire da quel gioco. Fino a che un ex collega non le invia un sms facendole un complimento, chiamandola “bella donna”. Sarà la miccia che scatenerà l’ira del compagno, che la accuserà di tradirlo o di aver avuto una relazione precedente con il collega. “Mi passava un coltello sulla pancia e mi diceva che mi avrebbe aperto, se lo avessi tradito”, aggiunge parlando di quell’episodio in particolare che alla fine la convincerà a rivolgersi ad un Centro antiviolenza. “Sono come dei chirurghi, vanno a prendere il tuo problema ed a tirare fuori il motivo per cui tu rimani lì”: oggi Valeria Benatti è consapevole di se stessa, delle insicurezze che l’hanno portata fra le braccia dell’uomo sbagliato. Lo stesso che non esitava a minacciare sia lei che i suoi figli.