Neverwas – La favola che non c’è”, interpretato da Aaron Eckhart, Ian McKellen, Brittany Murphy e Nick Nolte, segna il debutto alla regia di Joshua Michael Stern. Tre anni dopo, nel 2008, esce il secondo film scritto e diretto da Stern: “Swing Vote – Un uomo da 300 milioni di voti”, con Kevin Costner, Stanley Tucci, Dennis Hopper e Paula Patton. Nel 2013 Joshua Michael Stern dirige il biopic “jOBS” sulla vita di Steve Jobs, fondatore della Apple, con Ashton Kutcher. Il film, accolto in maniera negativa dalla critica, guadagnò 35 milioni di dollari di incassi a livello globale a fronte di un budget di 12 milioni di dollari. Il regista ha anche creato la serie politica “Graves”, con Nick Nolte, Skylar Astin, Heléne Yorke, Chris Lowell, Callie Hernandez e Sela Ward. La serie parla di un ex presidente degli Stati Uniti che ammette gli errori commessi mentre era in carica. Il film “Neverwas – La favola che non c’è” clicca qui per vedere il trailer, andrà in onda su Rai Movie a partire delle 21.10 ma sarà possibile vederlo anche sintonizzando i propri dispositivi mobile a Rai Play, cliccando qui.



CURIOSITÀ PER IL FILM

L’avventura atterra su Rai Movie questa sera con la pellicola del 2005 prodotta negli Stati Uniti d’America e in Canada dal titolo originale Neverwas, la cui regia è stata affidata a Joshua Michael Stern che ne ha scritto anche il soggetto mentre la produzione è stata firmata da Mosche Diamant e la distribuzione è stata gestita dalla Eagle Pictures. Il regista Joshua Michael Stern, ha debuttato proprio con questa pellicola ‘Neverwas – La favola che non c’è’ al quale si sono succeduti solamente altre due pellicole, ‘Swing Vote – Un uomo da 300 milioni di voti’, del 008 con Kevin Kostner protagonista e l’apprezzatissimo ‘Jobs’ del 2013, il racconto della vita di Steve Jobs, il padre fondatore del colosso Apple. Neverwas è nn bel film, forse poco capito, ma l’alone di fantastico è solo il pretesto per narrare una trama che in realtà è una sorta di psico-dramma famigliare intenso e delicato nella ricerca di Zachary “Zach” Riley per capire meglio il padre e, in seconda battuta, se stesso. Non particolarmente di successo nelle sale, poco esaltato dalla critica, ‘Neverwas – La favola che non c’è’ è al contrario una fragile storia fatta di effimeri momenti di grande poesia, da riscoprire questa sera, domenica 22 luglio concedendo una chance ad una pellicola che merita l’attenzione dello share italiano.



NEL CAST AARON ECKHART

Neverwas – La favola che non c’è, il film in onda su Rai Movie oggi, domenica 22 luglio 2018 alle ore 21,10. Nel filone fantasy tante pellicole hanno ricevuto anche più attenzioni di quelle in realtà meritate ed alcune sono invece passate un po’ in sordina sotto i riflettori di critica e pubblico a livello internazionale. Tra queste, prodotta nel 2005, troviamo appunto ‘Neverwas – La favola che non c’è’. Un prime time quindi all’insegna della fantasia per una favola moderna dal sapore genuino, perfetta per una serata in famiglia tra stupori infantili e quel senso di ‘Peter Pan’ dentro che ognuno dovrebbe mantenere acceso anche in età adulta. La regia fu affidata al giovane cineasta Joshua Michael Stern, in realtà poco prolifico dietro le cineprese, ‘Neverwas – La favola che non c’è’ è stato il suo debutto alla regia. Nel cast di ‘Neverwas – La favola che non c’è’ troviamo l’amatissimo Ian McKellen, per tutti Gandalf nella saga de ‘Il signore degli anelli’ o Erik Lehnsherr/Magneto in quella degli ‘X Men’. Inutile aggiungere più di ciò che è stato scritto nel tempo di questo grande attore britannico. Al suo fianco Aaron Eckhart, eclettico interprete di tante pellicole di successo come ‘ Batman, il cavaliere oscuro’ in cui interpreta il ruolo di Harvey Dent/Due Facce, oppure l’ottimo ‘Black Dahlia’ di Brian De Palma assieme a Scarlett Johansson e soli due anni fa un ottimo film biografico sulla storia del pugile Vinny Paz intitolato ‘Bleed – Più forte del destino’.



NEVERWAS – LA FAVOLA CHE NON C’E’, LA TRAMA DEL FILM FANTASY

Zachary “Zach” Riley soffre dentro per un avvenimento accaduto anni prima, il padre, T. L. Pierson, famoso e conosciuto narratore di storie per l’infanzia, da tempo è rinchiuso nell’ospedale psichiatrico cittadino per motivi mai del tutto chiari, a volte chi è visionario, si sa, viene definito folle per la società. In ogni caso Zachary di ciò soffrì molto e si allontanò dalla sua città. Il film inizia con il ritorno al paese natale, Zachary “Zach” Riley ritorna con un curriculum di tutto rispetto come psichiatra e si tormenta per ciò che ha dovuto subire il padre, l’internamento le cure, una psichiatria che in passato relegava i propri pazienti dentro ospedali a volte ‘lager’ con motivi futili. In ogni caso Zachary, all’interno del nosocomio psichiatrico, incontra Gabriel Finch, un vecchio paziente che asserisce di essere ispiratore di tante storie narrate e scritte dal padre, un motivo che incuriosisce l’uomo e lo porta a rivedere Finch più volte per capire dove finisce la realtà ed inizia una fantasia fertile e visionaria. L’incontro tra i due diviene una sorta di psicoterapia retroattiva nella quale i racconti paterni, gli scritti fiabeschi paterni, sono la chiave di lettura per le sensazioni introspettive di Zachary stesso e nelle storie del padre, l’uomo da figlio diviene parte delle narrazioni, una sorta di cordone ombelicale psichico attraverso le pagine dei manoscritti.